Sono 6mila le firme per l'esposto "Con il veleno nel sangue e il cuore in mano", lanciato nel gennaio scorso dall'ambientalista Luciano Manna e da Angelo Di Ponzio, papà di Giorgio, morto a 15 anni con un sarcoma dei tessuti molli, per denunciare le emissioni dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) di Taranto, a cui hanno aderito associazioni e cittadini. Martedì prossimo, alle ore 11, l'esposto sarà depositato negli uffici della Procura della Repubblica di via Lago di Bolsena.
Foto e video che fanno parte del dossier, secondo gli ambientalisti, attestano chiaramente "le emissioni non convogliate che si verificano durante il giorno e la notte dagli impianti del siderurgico tarantino. Emissioni nocive e cancerogene che provengono dalle cokerie, dagli altoforni, dalle acciaierie e da altri impianti, gli stessi già sequestrati dalla Magistratura nel 2012". Il materiale è stato raccolto dal novembre scorso.
Manna e Di Ponzio sottolineano che "quanto legiferato in questi anni rappresenta la violazione dei nostri diritti. Pertanto, non riconoscendo gli effetti di queste leggi, palesemente anticostituzionali, martedì ci recheremo presso gli uffici della Procura della Repubblica di Taranto per depositare documenti raccolti da novembre ad oggi inerenti la gestione da parte di ArcelorMittal degli impianti ex Ilva di Taranto. Invitiamo il sindaco Rinaldo Melucci ad accompagnarci in Procura e a firmare questo esposto con noi; inoltre, estendiamo l'invito a tutti i rappresentanti politici locali, di tutti i livelli istituzionali".