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Bei, nuova politica su fonti fossili. Gualtieri, bene svolta

Per loro stop a fondi da 2021, focus su energia pulita

Redazione ANSA ROMA

La Bei, la Banca Europea per gli investimenti, ha lanciato una nuova politica che cambia la strategia per favorire gli obiettivi sui cambiamenti climatici: il board dell'istituto ha deciso che bloccherà dalla fine del 2021 i finanziamenti per i progetti che prevedono energia prodotta da fonti fossili, focalizzandosi sull'energia pulita e rinnovabile.

La novità è stata salutata favorevolmente dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. "Accogliamo con soddisfazione l'approvazione da parte della Bei della nuova politica dell'Energia - ha detto il ministro italiano - che testimonia l'ambizione dell'Europa nel perseguire la lotta ai cambiamenti climatici, accelerando la fuoriuscita dalle fonti fossili nella produzione di energia".

Per Gualtieri si tratta di "una scelta coerente con il Green New Deal europeo promosso dalla nuova Commissione Ue, al quale si è ispirata l'azione del Governo, come testimonia l'impegno assunto con la Legge di Bilancio verso un'economia più verde e orientata ad una crescita più sostenibile". "L'Italia - ha proseguito il ministro - ha votato a favore della nuova strategia, consapevole della assoluta necessità di una azione forte e risoluta a favore dell'ambiente". 

Ue, bene svolta Bei per transizione verso energia pulita
La Commissione europea "sostiene la nuova politica di prestiti energetici della Banca europea per gli investimenti (Bei), che aiuterà la Banca a raggiungere il pieno allineamento con l'accordo di Parigi. La Commissione ha votato a favore della proposta e ritiene che la transizione verso l'energia pulita debba essere graduale, socialmente equa, basata su una vasta gamma di fonti e tecnologie energetiche e, condotta in modo tale da non lasciare indietro alcuna regione". Si legge in una dichiarazione dell'Esecutivo comunitario. "La Commissione Ue sostiene un aumento del finanziamento dell'energia a basse emissioni di carbonio - si legge nella nota - che porterà anche ad una graduale eliminazione del sostegno ai progetti di combustibili fossili, compreso il gas naturale". E si dice soddisfatta per "l'accordo" trovato dal consiglio di amministrazione della Bei per la gestione della transizione del phasing out dei progetti relativi al gas, compresi quelli vitali di interconnessione e stoccaggio del gas, i cosiddetti progetti di interesse comune, importanti per la sicurezza dell'approvvigionamento europeo".

Ong, con Bei rubinetto fonti fossili quasi chiuso
Il "rubinetto per i combustibili fossili è quasi chiuso". Così il gruppo di associazioni che fa capo al Climate action network saluta la decisione della Banca europea degli investimenti di tagliare il sostegno a progetti con fonti di energia fossili dal 2021. "Tanto di cappello per la Bei - è la reazione dell'ufficio di Bruxelles del Wwf - che ha stabilito un punto fermo importantissimo su scala globale". "Quando il più grande finanziatore pubblico del mondo decide di abbandonare in gran parte i combustibili fossili, i mercati finanziari di tutto il mondo prendono nota", aggiungono dalla rete di organizzazioni di base 350.org. Di "significativa vittoria per il movimento per il clima" parla Friends of the Earth, "anche se il 2021 è troppo tardi". Più critiche altre organizzazioni. Secondo Greenpeace Europa "la Bei continuerà a finanziare gasdotti fino al 2021 e la modernizzazione delle infrastrutture esistenti oltre il 2021, minacciando gli impegni climatici dell'Ue".

Pedicini (M5S),da Bei via processo decarbonizzazione
"È un risultato storico. La banca pubblica più grande del mondo, la Bei, dirà addio ai progetti legati alle fonti fossili a partire dal 2022. Ringraziamo il governo per aver sostenuto questo percorso fondamentale nel processo di decarbonizzazione dell'Europa". Così in una nota l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini. "Adesso ci aspettiamo che gli Stati membri lavorino per rafforzare economia circolare e transizione verso le energie rinnovabili come unica alternativa a fonti fossili, discariche e inceneritori - prosegue la nota -. Con una punta di orgoglio possiamo dire che questo risultato è anche un successo del Movimento 5 Stelle. Da quando siamo entrati nelle istituzioni europee abbiamo portato in Parlamento e nelle piazze il tema dei sussidi alle fonti fossili. Adesso tutti ne parlano e si interviene con provvedimenti concreti". Pedicini precisa tuttavia che "dal board della Bei "ci saremmo aspettati un'altra tempistica così come prescritto nel regolamento sulla governance dell'Unione dell'energia, approvato dal Parlamento europeo durante la scorsa legislatura, che parla di superamento dei sussidi ai combustibili fossili in tutta l'Ue entro il 2020" e che "la scadenza del 2022 potrebbe far rientrare molti investimenti connessi con il Quadro pluriennale finanziario". Su questo il "Movimento 5 Stelle vigilerà perché con coraggio e buone idee l'Europa può cambiare davvero. E noi lo stiamo dimostrando", conclude Pedicini.

Muroni (Leu), bene taglio fondi Bei a fossili
"L'Italia e l'Europa ci sono. Dopo una prima fase di stallo e trattative, la BEI ha deciso di interrompere entro la fine del 2021 tutti i finanziamenti a progetti energetici legati ai combustibili fossili, gas compreso, per concentrarsi sulle energie rinnovabili, sull'efficienza e sulle nuove tecnologie in grado di accelerare la de-carbonizzazione del mix energetico, come i sistemi di accumulo. E la nuova strategia, proprio come avevo auspicato più volte, è stata adottata con il voto favorevole dell'Italia. Anche se ci saranno alcune eccezioni, la strada è tracciata". Così la deputata LeU Rossella Muroni commenta la svolta della Bei sull'energia. "La nuova politica energetica della BEI - sottolinea Muroni - rappresenta una svolta che non ha eguali a livello globale per una banca multilaterale di sviluppo ed è una dimostrazione concreta di discontinuità e maggiore ambizione nel contrasto ai mutamenti climatici. Un passo importante e coerente con l'auspicato Green new deal, che ci aiuterà nella sfida del clima. A cui spero seguano una Legge di Bilancio capace di dare gambe solide al nuovo corso verde, che avvii almeno il graduale taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, e la dichiarazione anche in Italia dello stato di emergenza climatica come chiede la mia mozione. Atto che sarà in Aula alla Camera dal prossimo 25 novembre", conclude la parlamentare di Leu.

Verdi, stop fondi Bei a fossile andava anticipato
"È con una punta di amarezza che apprendiamo dell'ennesimo rinvio da parte della BEI, l'istituzione finanziaria dell'UE, allo stop ai finanziamenti di progetti energetici legati alle fonti fossili, inizialmente previsto per la fine del 2020. Ci saremmo aspettati un intervento più in linea con le richieste di tutte le piazze del mondo in cui giovani e ambientalisti hanno portato all'attenzione pubblica l'urgenza di interventi che evitino il collasso climatico del Pianeta". Così, in una nota, Elena Grandi e Matteo Badiali, co-portavoce dei Verdi ed esponenti di Europa Verde. "Benché la decisione emersa nella giornata di ieri e sostenuta dall'Italia invii al settore energetico un segnale forte, - proseguono, - siamo convinti che continuare a investire risorse economiche in un settore che si avvia al tramonto sia un grave errore. Auspichiamo che questa decisione non comprometta, rimandandoli, investimenti 'verdi' già in essere o in via di approvazione. Il lavoro svolto con costanza dai Verdi nella scorsa e nell'attuale legislatura europea non va assolutamente dissipato nei cavilli lasciati aperti dal CdA della BEI. Abbiamo estremo bisogno, anche in Italia, - concludono Grandi e Badiali, - di una nuova politica degli investimenti che sostenga lo sviluppo delle rinnovabili, dell'efficienza energetica e dei trasporti a basse emissioni inquinanti", concludono.





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