La direttiva Ue del 2009 sull'uso sostenibile dei pesticidi (Sud) deve essere rivista. A chiederlo, appena scaduti i termini della consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea, è FederBio nell'ambito della campagna "Cambia la Terra" (di cui fanno parte anche Legambiente, Lipu, Medici per l'Ambiente e Wwf) in un documento che esprime le "necessità per un cambio di rotta deciso nell'uso dei pesticidi". In particolare, secondo il documento, presentato assieme ad altre 360 osservazioni provenienti da tutta Europa, è prioritario ridurre l'utilizzo dei pesticidi di sintesi incoraggiando l'ingresso sul mercato di prodotti alternativi, di bio-controllo dei parassiti. Al tempo stesso vanno ridotti drasticamente i rischi connessi all'utilizzo dei pesticidi attraverso norme più stringenti ed efficaci sulle distanze minime di sicurezza dalla popolazione e dalle coltivazioni biologiche, per tutelarle efficacemente dal rischio della contaminazione accidentale.
Come la Corte dei Conti europea ha messo in luce nelle ultime settimane, gli agricoltori sono poco incentivati, evidenzia Federbio in una nota, ad adottare metodi alternativi considerato che non c'è collegamento efficace tra l'obiettivo di ridurre in maniera concreta e misurabile l'uso dei pesticidi e i pagamenti a titolo della Pac. E mancano, lamenta Federbio, sistemi di monitoraggio adeguati relativi all'effettiva riduzione dell'uso dei pesticidi nel territorio dell'Ue. A livello italiano, (come riporta l'analisi Ispra sulla qualità delle acque elaborata nel 2020) i siti contaminati sono aumentati del 35% nelle acque superficiali e del 14% in quelle sotterranee. "L'agricoltura biologica - conclude Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio - è la chiave per un cambio di rotta deciso sulle politiche agricole europee. Servono limiti più stringenti e sistemi di monitoraggio efficaci, attivando anche un sistema di controllo sulla presenza dei pesticidi nel corpo umano a partire dagli agricoltori e dalle loro famiglie che sono tra i soggetti più esposti".