(di Marco Assab)
Ventinove anni fa la legge 257/92 metteva al bando l'amianto in Italia, ma di amianto si continua a morire. Ogni anno si stimano per difetto oltre tremila vittime ed è una certezza come nel 2020, ad aggravare il bilancio, sia subentrato il Covid-19, che ha inciso su questi soggetti fragili, portando l'Ona (Osservatorio nazionale amianto) a stimare in 7mila il numero complessivo di decessi nell'anno.
Cruciale e ben lontano dall'essere risolto il problema dello smaltimento. Stando ai dati della Società italiana di medicina ambientale, nel Bel Paese esistono ancora 96.000 siti contaminati e più di 370.000 strutture contenenti amianto censite dalle Regioni, tra cui oltre 2.400 scuole a rischio.
Numeri e problemi al centro di un webinar organizzato dall'Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), con il patrocinio dell'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), in occasione della Giornata delle vittime dell'amianto che si celebra il 28 aprile.
Diverse le proposte discusse e contenute in una lettera aperta indirizzata a governo e Parlamento, firmata da associazioni delle vittime, sindacati, ambientalisti, sindaci, medici, università: estensione del Superbonus 110% direttamente alla bonifica dell'amianto negli immobili privati; pieno utilizzo delle risorse Inail per la bonifica dell'amianto nei processi produttivi e negli impianti industriali, commerciali e agricoli, alzando la copertura del contributo al 100%; finanziamento della ricerca per la cura dei tumori asbesto correlati, a partire dal mesotelioma; rendere più dignitose le attuali prestazioni del Fondo per le vittime dell'amianto; riconsiderare i tempi di accesso alle prestazioni previdenziali per i malati e gli esposti all'amianto.
Il tema - è stato spiegato - va inserito nel più ampio contesto della sicurezza sui luoghi di lavoro, partendo da un dato: "Per ogni euro annualmente investito in prevenzione, le imprese hanno un ritorno economico di circa 2,20 euro", ha affermato il direttore dell'ufficio Ilo Italia e San Marino, Gianni Rosas. Viene quindi ribaltata nettamente l'idea secondo la quale investire su salute e sicurezza sul lavoro sarebbe un costo aggiuntivo.