(di Chiara Spegni)
Lo spreco alimentare non è solo una questione etica, in un Pianeta dove ancora tanti soffrono la fame, ma "una tragedia economica ed ambientale". A parlare è il commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, che in una riunione del Comitato delle Regioni Ue a Bruxelles ha annunciato le linee guida di un piano Ue ad hoc, nell'ambito del pacchetto sulla cosiddetta 'economia circolare' e che prevede nuove regole, dalla definizione dei rifiuti alle etichette che indicano la scadenza dei prodotti.
Andriukaitis ha snocciolato i dati: lo spreco alimentare genera "circa l'8% delle emissioni globali di gas serra", cioè quasi l'equivalente di quelle del settore dei trasporti su gomma. "Se fosse un Paese, sarebbe il terzo grande emettitore dopo Cina e Usa" ha aggiunto il commissario Ue alla Salute. In Europa il 10% della popolazione, quindi almeno 50 milioni di persone, "si possono permettere un pasto decente solo un giorno sì e uno no" ha detto Andriukaitis, secondo cui nell'Ue lo spreco alimentare si stima ammonti a circa 100 milioni di tonnellate l'anno. I 28 Stati membri per ora procedono in ordine sparso, dalla legge francese anti-sprechi al primo supermercato danese che vende cibi scaduti ma perfettamente commestibili, ma tutti hanno sottoscritto l'impegno del nuovi target di sviluppo sostenibile dell'Onu, che prevede di dimezzare lo spreco alimentare per il 2030, in ogni passaggio della filiera, dal campo alla tavola.
"Per trasformare questa ambizione in realtà, la Commissione europea proporrà una serie di iniziative che rappresenta il nostro piano nei prossimi anni" ha annunciato il commissario europeo alla Salute. In primo luogo, ha spiegato Andriukaitis, "la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, elaborerà una metodologia comune per misurare lo spreco alimentare", con un sistema chiaro di tracciabilità. Secondo passo, Bruxelles quest'anno creerà una "piattaforma per definire le misure necessarie", ha detto il commissario europeo alla Salute, che coinvolgerà tutti i soggetti interessati, dagli agricoltori ai distributori e alle autorità locali, e "che aiuterà la Commissione ad identificare le migliori azioni possibili a livello Ue".
Altra iniziativa dell'esecutivo Ue sarà quella di "adottare misure per chiarire e laddove possibile eliminare" ha precisato Andriukaitis, "le barriere che impediscono un uso e riuso sicuro del cibo" per l'alimentazione umana e i mangimi animali. Qui entrano in gioco nuove regole a sostegno delle attività di riuso o donazione di derrate alimentari commestibili, con la nuova legislazione sui rifiuti, che consenta quando possibile anche il riutilizzo di derrate alimentari non più sicure per l'uomo nei mangimi per gli allevamenti. Altro aspetto chiave al quale Bruxelles intende mettere mano fra 2016 e 2017 sarà quello delle etichette "da consumarsi preferibilmente entro" o "da consumare entro" ben lontane dall'essere capite, sia fra i consumatori finali sia dalla distribuzione.