"Siamo leader sulle rinnovabili, ora l'energia rinnovabile è al 39 per cento, il nostro obiettivo è portarlo al 50. E' un obiettivo alla nostra portata, non con gli incentivi ma con quadro normativo chiaro". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in una conferenza stampa nella sede dell'Onu a New York dove si trova per la firma dell'Accordo sul clima raggiunto a Parigi nel dicembre scorso.
"Noi vogliamo investire di più e meglio sull'eolico, le pale eoliche ci sono, bisogna migliorare la performace e aumentare la produttività, quanto al solare siamo già leader a livello mondiale, chiedo alle grandi aziende di avere coraggio e migliorare la produttività delle strutture che già ci sono" ha aggiunto spiegando che nel settore idrico, "siamo in prima linea. L'Europa ci aiuti a valorizzare gli investimenti idrici già fatti, per regolare lo sviluppo".
Sul consumo di energia, "bisogna risparmiare - ha detto il premier - e con i contatori digitali gli italiani possono avere consapevolezza di quanto consumano. Il cittadino deve essere messo in condizione di conoscere nel dettaglio ciò che i contatori digitali di Enel, i migliori al mondo, possono offrire", spiega inoltre Renzi soffermandosi sui 10 impegni elencati per uno sviluppo sostenibile.
"I contatori digitali sono una strepitosa opportunità di consapevolezza energetica", aggiunge il premier che, soffermandosi sul "sesto punto" dell'elenco di dieci impegni, quello sull'efficienza energetica, osserva: "deve partire dalle case popolari e sono stati messi dei fondi a disposizione dei comuni, fondi che passano dalle Regioni. Possiamo dare degli incentivi".
"Siamo a New York per rilanciare con forza e determinazione il nostro essere leader nelle rinnovabili e per chiedere al mondo di essere più sensibile su questi argomenti e prendere impegni. Noi per primi li prendiamo e sono per me una priorità assoluta". Il modello "respinge l'ambientalismo ideologico ed è per una sostenibilità capace di coniugare ambiente e impresa", ha sottolineato Renzi. "Siamo leader tra i grandi Paesi nelle rinnovabili, abbiamo già raggiunto gli obiettivi del 2020 e in tre anni e mezzo dobbiamo realizzare performance sempre più significative".
"Massimo, profondo rispetto per chi ha votato sì, no o si è astenuto. Quel referendum (sulle trivelle, ndr) non parlava del modello di sviluppo del Paese. Noi dobbiamo essere in grado di coniugare l'impresa, l'ambiente, il futuro", ha aggiunto.
I dieci punti sono: investire di più e meglio sull'eolico "migliorando la tecnologia"; più solare; chiarimento con l'Ue sull'idrico per "valorizzare gli investimenti idrici già fatti"; "coltivare" il geotermico; puntare sui contatori digitali; efficienza energetica a partire dalle case popolari; autobus elettrici, treni e colonnine elettriche; raffinazione e chimica verde ("l'Eni ha investito 800mln)"; biomasse; bonifiche e depuratori per i nostri mari sbloccando "i quasi tre miliardi di fondi che sono fermi".
"Smettiamo di sbatterci addosso le frustrazioni per avere una scommessa di lungo periodo", ha affermato il premier. "E' finito il tempo degli incentivi. Per una scommessa di lungo periodo dobbiamo uscire dall'ambientalismo ideologico ed essere dalla parte dello sviluppo. Ho molto sofferto il dibattito sterile della campagna referendaria che distingueva tra quelli che erano per l'ambiente e contro l'ambiente. Quelli che credono all'ambientalismo vero sanno che c'è un lavoro molto complicato e lo stiamo facendo. A chi cita l'America di Obama che ha fatto un capolavoro nel rendersi autosufficiente dal punto di vista energetico, ricordo che lo ha fatto con il fracking che in Italia è vietato e che Francia e Germania hanno il nucleare".