ROMA - I roghi colpiscono sempre di più il nostro Paese: tanto che in un anno, nel 2015, sono cresciuti del 49%. La vastità della superficie andata in fumo è più di 37 mila ettari; e oltre "il 56% degli incendi si concentrano nelle quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso". Questi i principali dati sugli incendi boschivi, contenuti nel Rapporto Ecomafia 2016, anticipati da Legambiente. E' per questo che, per le fiamme che stanno colpendo la Sicilia - definiti un "incubo" - così come per il resto del Paese, l'associazione rivolge un appello al ministro dell'Interno Angelino Alfano chiedendo una "maggiore prevenzione e tutela del territorio", e la realizzazione di "campagne informative e di sensibilizzazione; e soprattutto andrebbero incrementate le risorse da destinare ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e ai Comuni, con meccanismi premiali per chi riduce il fenomeno utilizzando efficaci sistemi di prevenzione". In Italia, si fa presente nel report di Legambiente dedicato ai roghi, "gli incendi boschivi sono in aumento, anche per mano di piromani, eco-criminali ed eco-mafiosi.
Nel 2015 sono cresciuti gli incendi, addirittura con un'impennata rispetto al 2014 che sfiora il 49%. Rispetto a quest'ultimo dato colpiscono soprattutto gli ettari di superficie andati in fumo, più di 37 mila, e la loro collocazione geografica: più del 56% si è concentrato nelle quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso: Sicilia, Calabria, Puglia e Campania". "Il fenomeno degli incendi boschivi resta un'altra terribile piaga del nostro Paese - prosegue Ciafani - quello che sta accadendo in Sicilia e in particolare a Palermo, colpita da una serie di incendi, molto probabilmente di natura dolosa, dimostra che non bisogna abbassare la guardia e che occorre lottare senza paura contro i piromani utilizzando tutti gli strumenti necessari. Si valuti con grande attenzione se dagli incendi, per le loro caratteristiche, la loro diffusione e gli impatti che causano, oltre alle aggravanti già previste dal delitto regolato dall'art. 423bis del Codice penale, non si debba contestare anche quello di disastro ambientale".
Quanto all'emergenza in Sicilia, il presidente regionale di Legambiente, Gianfranco Zanna, mette in evidenza come "si sia trattato di un'ondata di scirocco eccezionale" ma che "la Regione Siciliana si è distinta per l'ennesima volta per la sua latitanza. Sono anni, ormai, che, inascoltati, chiediamo che vengano rispettati i tempi per la predisposizione dei servizi antincendio e che le squadre entrino in servizio nei giusti tempi. E la storia si ripete puntualmente ogni anno"