"Un confronto, non solo fra esperti, ma allargato alle rappresentanze di coloro che hanno a cuore ed operano in modo specifico per queste politiche". E' quanto chiede la Federazione di Consorzi di bacino imbrifero montano (Federbim) che riunisce 2.200 comuni montani, a proposito delle vicende parlamentari legate Pagamenti servizi ecosistemici (Psea). La nuova normativa è ora all'esame di un tavolo allargato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e al Ministero dello Sviluppo Economico presso la Presidenza del Consiglio. "I comunicati stampa di alcuni Presidenti di Consorzi Bim - sottolineano il presidente di Federbim Carlo Personeni e i vicepresidenti Enrico Petriccioli e Gianfranco Pederzolli - stanno a dimostrare l'attenzione che viene dedicata al futuro del sovracanone come risorsa irrinunciabile per lo sviluppo socio economico dei territori locali". Secondo Federbim "il fatto che, nel tempo, siano circolate diverse bozze di decreto, ha generato confusione e per questo motivo si spiegano le diverse interpretazioni tutte comunque preoccupate per il futuro delle risorse derivanti dal sovracanone". In questo senso la Federazione ribadisce "il proprio ruolo di Sindacato che cura gli interessi della montagna italiana e delle sue popolazioni" e "rilancia i Consorzi Bim come soggetti di primario interesse per i Psea".