"La sfida più grande è quella di orientare tutte le politiche dei prossimi anni - tanto sotto il profilo economico quanto sotto quello dei diritti, dell'educazione, del risparmio energetico e delle infrastrutture - nell'ottica della realizzazione degli obiettivi individuati nell'Agenda 2030". Così il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo al convegno "La politica di fronte alla sfida dello sviluppo sostenibile" a palazzo Giustiniani. "L'Italia - aggiunge - non ha solo il compito di essere all'altezza degli impegni che ha assunto in seno alle Nazioni Unite ma può e deve anche essere protagonista nel processo che dovrà rivedere la Strategia "Europa 2020" alla luce dell'Agenda 2030".
"Ciascuno dei 17 obiettivi è fondamentale ma a me è particolarmente caro il tema dell'educazione - prosegue Grasso. Lo considero proprio come fa il rapporto, 'una precondizione necessaria (ma non sufficiente) per il conseguimento dell'insieme delle mete previste'. È infatti evidente che dare a ogni bambina e bambino la concreta possibilità di realizzarsi sul piano professionale, morale, civico sia determinante per avere, nel prossimo futuro, una società più equa, più inclusiva, maggiormente informata sui rischi ambientali e più consapevole che ognuno, in ogni parte del mondo, deve poter godere degli stessi diritti e adempiere agli stessi doveri".
"E' chiaro a tutti noi che non sarà semplice cambiare rotta ma anche che non vi è alcuna alternativa possibile per il pianeta se non quella di iniziare un percorso virtuoso" dice Grasso. Si tratta della presentazione del primo "Rapporto dell'ASviS su l'Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile", "frutto del lavoro - ricorda Grasso - e dell'approfondimento di decine di esperti delle associazioni aderenti all'Alleanza Italiana e, per questo, rappresenta un prezioso spunto per aprire un confronto di ampio respiro". Grasso, sottolinea inoltre che "il percorso virtuoso" dovrà realizzarsi "sulla base di questi Obiettivi, per realizzare la pace e la giustizia, rafforzare le istituzioni e ridurre al minimo le diseguaglianze che affliggono milioni di uomini e di donne in tutto il mondo e, non dobbiamo dimenticarlo, anche nei paesi più avanzati".