I ministri dell'Ambiente dell'Ue, dopo un difficile negoziato, hanno raggiunto una posizione comune sul mercato delle emissioni di gas a effetto serra (Ets). L'accordo spiana la strada a sua volta al negoziato con Commissione ed Europarlamento per definire il funzionamento del sistema Ets del prossimo decennio, con lo scopo di ridurre del 43% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2005.
L'accordo è una "buona base di partenza" per il negoziato con Parlamento e Commissione che porterà a un nuovo mercato delle emissioni Ue, ha detto il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti uscendo dal palazzo del Consiglio Ue. Alcune "richieste avanzate dell'Italia sono state accolte - ha spiegato Galletti -, per esempio sulla compensazione dei costi indiretti e sull'assegnazione delle quote gratuite". "Dico solo - ha concluso il ministro - che forse il metodo andava seguito in maniera diversa. Dopo una giornata di trattative intense, alla fine una delle proposte è stata approvata senza la necessaria discussione preventiva". Per questa ragione di metodo, in un Consiglio segnato da molte tensioni nel finale della riunione, l'Italia si è espressa contro l'accordo.
Le posizioni tra i Paesi europei erano ancora distanti a poche ore dalla riunione sul futuro del mercato delle emissioni delle industrie ad alto consumo di energia. La spaccatura era tra i paesi che chiedevano più ambizione (Francia, Lussemburgo, Svezia, Paesi Bassi) per risolvere il problema del surplus di quote che sta soffocando l'Ets e altri (come Portogallo e Polonia) in posizione opposta. C'era anche chi scommetteva sul fallimento del negoziato.