Sarà pronto per l'inizio del 2018 il Piano Nazionale Clima ed Energia, il documento con cui il governo italiano definirà le sue politiche energetiche ed ambientali per conseguire gli obiettivi dell'Accordo di Parigi per la lotta al riscaldamento globale. Lo ha spiegato oggi il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, in una relazione presentata alle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, riunite in seduta congiunta.
L'Accordo di Parigi ha come obiettivo contenere il riscaldamento globale entro 2 gradi dai livelli pre-industriali, se possibile entro 1,5 gradi. L'Unione europea si è impegnata entro il 2030 a ridurre del 40% le emissioni di gas serra (rispetto al 1990), a raggiungere il 27% di energia rinnovabile e a ridurre del 27% il consumo di energia. Per il 2050 l'obiettivo Ue è tagliare i gas serra dell'80% rispetto al 1990.
Il Piano Nazionale Clima ed Energia andrà presentato alla Ue nel 2019 e dovrà indicare i provvedimenti che l'Italia intende prendere per raggiungere questi obiettivi. Le misure riguarderanno efficienza energetica, rinnovabili, emissioni, mobilità sostenibile, economia circolare. Al Piano contribuiscono la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (da approvare entro il 2017), la Strategia nazionale di sviluppo a basse emissioni al 2050 e l'aggiornamento della Strategia Energetica Nazionale del 2013.
Fra i provvedimenti già adottati, Galletti ha indicato quelli per l'efficienza energetica: i nuovi requisiti minimi per gli edifici di nuova costruzione, il programma di riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione, la revisione del Conto Termico per rendere più agevoli i finanziamenti negli enti pubblici, l'estensione delle detrazioni fiscali per gli interventi negli stabili privati, i certificati bianchi per il settore industriale. Per Galletti il Consiglio di ieri dei ministri dell'Ambiente dell'Ue ha accolto alcune richieste dell'Italia in merito al sistema di scambio delle quote di emissioni ETS. Per le energie rinnovabili, oggi al 17,3% nel nostro paese, il governo ha stanziato 100 milioni per ricerca e innovazione. Gli incentivi diretti sono stati tolti al fotovoltaico, ma rimangono per le altre fonti. Tutte le rinnovabili sono sostenute con detrazioni fiscali. In materia di mobilità sostenibile, è stato firmato un protocollo di intensa con Regioni, Province e Comuni per finanziare iniziative fino a 350 milioni di euro. Per il rinnovo del parco autobus sono stati stanziati 4,3 milioni, che arrivano a 7 miliardi con il contributo delle aziende di trasporto pubblico. L'Italia ha candidato il Centro di Ispra (Varese) come sede della costituenda Autorità europea di controllo delle emissioni dei veicoli. Entro la fine del 2017 infine sarà approvata dal Cipe la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile.
"Non è un caso che sulla revisione della Strategia energetica nazionale (SEN) oggi alle Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive abbiamo audito insieme i ministri Calenda e Galletti. La riscrittura della SEN non può che essere un progetto per tutto il governo e per l'Italia, che deve rispondere anche agli impegni previsti dall'Accordo di Parigi contro i mutamenti climatici. La Strategia energetica e le politiche sul clima infatti sono due facce della stessa medaglia e possono produrre una nuova economia e occupazione". Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, sull'audizione oggi alle Commissioni riunite Ambiente e Sviluppo economico del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla revisione della SEN. "La nuova SEN è una frontiera importante per l'innovazione, per la competitività del nostro sistema produttivo e per il futuro del Paese - ha concluso Realacci -. È necessario che venga condivisa, già nella fase di elaborazione, con tutte le istituzioni, con il mondo delle imprese e con la società con un confronto pubblico. Un'Italia che fa l'Italia ha nella green economy e nella SEN un'occasione per produrre ricchezza e lavoro, per rafforzare il suo posto nel mondo".
"Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale". Con una citazione ripresa dalla Laudato sì di Papa Francesco, si è chiusa la presentazione del documento della ong Coordinamento Free sul tema "Per una strategia energetico-climatica" illustrato da GB Zorzoli a Bruxelles, al Parlamento europeo, in occasione del Festival "Eco Futuro".
Zorzoli ha spiegato la proposta del Coordinamento Free indirizzata al Governo e alle istituzioni: "Non ci può essere una vera e propria strategia energetica senza che quest'ultima sia una strategia energetico climatica. I cambiamenti climatici sono un tema fortemente connesso alle nostre scelte strategiche in materia di energia. Occorre passare dalla definizione di una Strategia Energetica Nazionale (SEN) alla messa a punto di una Strategia Energetico-Climatica (SEC)".
"Per realizzare gli obiettivi indicati dall'Accordo di Parigi e dalla roadmap europea al 2050, lo sviluppo economico e sociale del nostro paese deve garantire una riduzione tra 80 e 95% delle emissioni climalteranti entro metà secolo rispetto al 1990 - ha proseguito Zorzoli -. Compito della Sec è definire le trasformazioni richieste per realizzare queste condizioni e indicare le misure per attuarle, a partire da una crescita sostenuta dell'energia prodotta con fonti rinnovabili, in modo da coprire il 100% della domanda nel 2050: obiettivo conseguibile solo andando oltre il target attuale al 2030 (27%), superando il 30% e avvicinandosi al 40%".
"Si tratta di obiettivi al 2030 e al 2050 attuabili - ha concluso Zorzoli -, se si realizza una parallela, altrettanto drastica riduzione della domanda a parità di servizi resi, dimezzandola a metà secolo".