ROMA - Emmanuel Macron (almeno secondo le promesse elettorali) si candida ad alfiere mondiale delle politiche ambientali, contro lo scettico Trump. Il presidente francese eletto entro il 2022 vuole raddoppiare la capacità produttiva delle fonti di energia rinnovabili in Francia, investire 15 miliardi di euro pubblici per progetti energetici a basse emissioni, bandire le nuove esplorazioni di fonti fossili (incluso lo shale gas), chiudere le centrali a carbone, ridurre la percentuale del nucleare nel mix energetico dal 75% attuale al 50%.
Il suo programma intende "integrare il costo ecologico" nel prezzo del carbonio, in pratica imporre una qualche forma di carbon tax.
L'attuazione dell'Accordo di Parigi sul clima, per Macron deve diventare una delle priorità della sua agenda di politica internazionale, con sanzioni a livello europeo contro i paesi che non rispettano le clausole ambientali degli accordi commerciali con la Ue. Il manifesto elettorale di Macron attaccava esplicitamente Trump, con una punta di tipica arroganza transalpina: "Di fronte ai capricci del nuovo presidente americano, la Francia dovrà garantire che gli Stati Uniti facciano fronte alle loro responsabilità".
Il 10 febbraio scorso, il candidato indipendente si era rivolto direttamente agli scienziati americani che si occupano di cambiamento climatico, con un messaggio su YouTube in inglese. "Io so come ora il vostro nuovo presidente abbia deciso di mettere a rischio il vostro budget, le vostre iniziative, e di come sia estremamente scettico sul cambiamento climatico. Io non ho dubbi sul cambiamento climatico e di come dobbiamo essere impegnati su questo tema". Macron rassicurava i ricercatori francesi ed europei ("manterremo i nostri budget, rafforzeremo i nostri investimenti pubblici e privati, in linea con la Cop 21"), poi si rivolgeva agli americani: "Per favore, venite in Francia, siete i benvenuti".
I Verdi francesi e Greenpeace France sono però scettici sulle credenziali ambientaliste del neo-presidente. Per Greenpeace gli obiettivi ambientali di Macron sono ambigui e si limitano a ribadire target già fissati da leggi precedenti.