Il ministero dell'Ambiente rischia la paralisi progressiva delle sue attività tecniche dalla fine dell'anno se, come indicato nell'Atto di indirizzo, si intende liquidare entro il 2019 la società in house Sogesid, che fornisce assistenza tecnica attraverso oltre 400 specialisti distaccati al dicastero (altrettanti sono amministrativi assunti direttamente). Lo affermano i sindacati confederali di categoria che hanno proclamato lo stato di agitazione e sono stati convocati dal presidente della Sogesid, Enrico Biscaglia, per il 3 ottobre prossimo per una riunione a cui ha invitato anche il capo di gabinetto Pier Luigi Petrillo.
Ma il ministro dell'Ambiente Sergio Costa interviene a rassicurare i lavoratori: "Nessuno può pensare di rinunciare alle professionalità assunte da Sogesid dal 2015. Ci sono direzioni generali in cui i dipendenti Sogesid rappresentano l'80% di tutto il personale. Come si può pensare, all'improvviso, e senza un piano razionale di assunzioni, di dire alla Sogesid che non abbiamo più bisogno dei loro dipendenti? Sarebbe assurdo". I lavoratori, però, ricordano che "nell'Atto di indirizzo sulle priorità politiche per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, il ministro prospetta la cessazione delle attività che i dipendenti Sogesid compiono all'interno del ministero e una drastica riduzione delle competenze della società in house. La decisione di liquidare la Sogesid - spiegano alcuni dipendenti - sarebbe stata presa per rispondere alle contestazioni di essere un bacino clientelare, quindi di raccomandati. Obiettivo del ministro sarebbe di azzerare la società in house e avviare concorsi. Che però realisticamente potrebbero assegnare i posti non prima del 2020 lasciando il ministero scoperto da tecnici per un considerevole lasso di tempo. Peraltro, prima di indire i concorsi il ministero dovrà rivedere la propria pianta organica oggi fortemente sottodimensionata".
La convenzione quadro con Sogesid, per circa 34 milioni di euro, a quanto si apprende dai lavoratori, è scaduta e si va avanti a proroghe per le singole direzioni: il 15 ottobre ne scadono due delle sei e senza rinnovo il relativo personale sarà senza lavoro; stessa sorte a fine anno per le altre quattro direzioni. In sostanza, andrebbero via biologi, avvocati, ingegneri e resterebbero uscieri, autisti e segretari. Ma Costa rileva che "le azioni adottate da quando sono ministro vanno in una direzione diversa, nella consapevolezza che stiamo parlando di dipendenti assunti a tempo indeterminato in una società dello Stato di proprietà del ministero dell'Economia. Al tempo stesso - aggiunge - è chiaro che non è pensabile che il ministero dell'Ambiente si regga, per la metà delle proprie funzioni, sui dipendenti assunti a tempo indeterminato da una società di proprietà del Ministero dell'Economia. Il concorso che stiamo ipotizzando - spiega - prevede assunzioni nel corso di una pluralità di anni, secondo una programmazione virtuosa. Il concorso pubblico sarà per titoli ed esami. Tra i titoli verrà senz'altro considerata con favore l'aver lavorato per un certo periodo anche in modo non continuativo per la pubblica amministrazione e il Ministero in particolar modo", conclude Costa.