BRUXELLES - Nonostante una riduzione "del 30% tra il 2010 e il 2016", le vendite di antibiotici negli allevamenti italiani "restano elevate" rispetto alla maggior parte degli altri paesi europei. E' il quadro descritto dal rapporto della Commissione Ue sulle misure per contrastare la resistenza agli antibiotici negli animali, nell'ambito del quale sono state condotte indagini conoscitive in Italia e altri quattro paesi.
Secondo il documento, gli sconti e gli incentivi delle società farmaceutiche svolgono "un ruolo significativo nel promuovere le vendite di antimicrobici agli agricoltori", in un contesto in cui la consapevolezza sui rischi di abuso di antibiotici in allevamento "è ancora piuttosto bassa". Il rapporto indica elementi positivi, come i progetti pilota che hanno portato a una drastica riduzione nell'uso degli antimicrobici senza compromettere la produttività e la salute degli animali e il software per il monitoraggio volontario negli allevamenti sviluppato dell'Associazione nazionale dei medici veterinari.