(ANSA) - ROMA, 09 FEB - E' in arrivo in tempi rapidi una super mappa per la ricostruzione delle aree del Sisma del centro Italia. Questo grazie all'avvio di uno studio ad hoc, "pronto in cinque-sei mesi anziché i quasi quattro anni abituali", dedicato alla fragilità del territorio e alla necessità di stabilire dove e cosa ricostruire. E' anche il cuore di un accordo siglato oggi dal commissario straordinario alla Ricostruzione del sisma del 2016 Giovanni Legnini e il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale Erasmo D'Angelis; progetto a cui partecipano alcune università del territorio e l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). "Una volta ricevuto lo studio - osserva Legnini - definiremo dove si può o non si può ricostruire e quali opere di mitigazione del rischio idrogeologico portare avanti. Abbiamo risorse importanti, con le quali finanzieremo importanti interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. Costruire altrove è una decisione dolorosa che prenderemo soltanto dopo aver saputo tutto ciò che c'era da sapere e tentato tutto il possibile per mettere in sicurezza quei luoghi" perché "dietro queste decisioni ci sono storie di comunità e di persone che non bisogna mai scordare".
Ci sono 290 aree interessate da dissesto idrogeologico - viene spiegato nel corso della conferenza online per la firma dell'accordo - che riguardano alcuni centri urbani del cratere del sisma del 2016; poi ci sono 295 le frane che interferiscono con le aree di ricostruzione, tra frane avviate ex novo dal terremoto e frane già conosciute e che le scosse hanno riattivato. Lo studio - rileva D'Angelis - sarà "pronto entro cinque sei mesi, quando solitamente ci vorrebbero tre anni e mezzo quattro". In questo modo, con la ricostruzione "possiamo fare un salto di qualità. Questa è la prima area europea in cui ci sarà una conoscenza di tutti i rischi: vogliamo individuare, per una ricostruzione il più veloce e sicura possibile, le aree più a rischio, quelle a minor rischio, e quelle in cui è possibile avviare velocemente la ricostruzione. Lo faremo mettendo in campo un centinaio di tecnici e la nostra piattaforma tecnologica con controlli satellitari, sensoristica, monitoraggio sul campo, e l'enorme esperienza dell'Ispra. Siamo un Paese in cui su 12 milioni di edifici ce ne sono tra i 4 e i 5 milioni che possono crollare anche per un sisma non importante - dice ancora D'Angelis - abbiamo strumenti e risorse per metterci sicurezza".
Nel particolare, l’Accordo tra la struttura commissariale e l’Autorità, con il coinvolgimento e il supporto scientifico dell’ISPRA e di cinque Università dell’Italia centrale, con la messa in campo di una task force di oltre 100 docenti, tecnici e professionisti, è finanziato con 3 milioni di euro da parte del Commissario, e fa perno sulla piattaforma tecnologica satellitare WebGIS predisposta dall’Autorità di Bacino e già attiva nell’ambito del progetto ReSTART. Nei 138 comuni colpiti dal sisma del 2016-2017, compresi nelle regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, si effettueranno rilievi e sopralluoghi sulle 295 aree già individuate e vincolate, utilizzando le più moderne tecnologie oggi disponibili, dalle reti di sensori a terra ai telerilevamenti da aereo, drone e da satellite. ISPRA affiancherà l’Autorità fornendo il suo supporto tecnico e scientifico di altissimo livello, e nelle indagini saranno mobilitate le aree tecniche delle Università degli Studi di Perugia, l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", l'Università degli Studi di Camerino, l'Università degli Studi "G. D'Annunzio" Chieti-Pescara e l'Università di Roma "La Sapienza".