"Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta". Lo ha detto il premier Mario Draghi nel suo discorso al Senato per chiedere la fiducia al suo governo.
"Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente - ha spiegato Draghi -. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così".
"Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall'inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all'innalzamento del livelllo dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili - ha preseguito -. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all'uomo. Come ha detto papa Francesco, 'le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento'".
"Proteggere il futuro dell'ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo - ha spiegato Draghi -: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l'ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane".
"Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Pnrr - ha detto il premier -, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'inquinamento dell'aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell'energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G".
"Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione - ha aggiunto Draghi -.
Compito dello dello Stato è utilizzare le leve della spesa per ricerca e sviluppo, dell'istruzione e della formazione, della regolamentazione, dell'incentivazione e della tassazione".
"Il cambiamento climatico, come la pandemia, penalizza alcuni settori produttivi senza che vi sia un'espansione in altri settori che possa compensare - ha detto il premier -. Dobbiamo quindi essere noi ad assicurare questa espansione e lo dobbiamo fare subito".
"La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia - ha detto ancora Draghi - dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l'innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l'accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create".