"Imporre per legge il calcolo della CO2 prodotta dal trasporto delle merci"; "lanciare un piano nazionale per sostituire progressivamente i combustibili fossili con fonti a ridotto impatto ambientale: GNL (gas naturale liquefatto) e biocarburanti"; "accelerare il rilancio dell'intermodalità ferroviaria e lo sviluppo della smart mobility" prevedendo "un sistema premiale per i trasporti più lenti" e "rendere visibile lo sforzo delle aziende verso una migliore sostenibilità dei servizi di trasporto delle merci". Sono i sei passi che il Freight Leaders Council (FLC), associazione dei maggiori operatori della logistica italiana, ha individuato nel 'Quaderno #25 sulla sostenibilità ambientale del trasporto e della logistica', un "manuale per illustrare come è possibile ridurre l'impronta ambientale nei trasporti" per "far fronte all'emergenza emissioni prodotte dal trasporto merci e raggiungere gli standard della Ue".
Quaderno #25, pubblicato in occasione del 25/esimo anniversario della fondazione del FLC, è stato presentato durante il convegno "Trasporto CO2: i carburanti alternativi rendono profittevole l'azienda", organizzato a Roma da Tforma in collaborazione con Scania, Federmetano, Federchimica/Assogasliquidi, VDO e ZFcurato. "I cambiamenti climatici sempre più rapidi stanno richiamando l'attenzione di tutti" spiega Antonio Malvestio, presidente del FLC" e "mentre tutte le filiere hanno lavorato per il miglioramento dell'impronta ambientale riducendo la produzione di gas serra, i trasporti sono rimasti indietro". "Con il trend attuale - specifica - saranno presto (tra il 2020 ed il 2030) responsabili per il 50% della produzione mondiale di CO2. Di questa, il 60% per il trasporto delle persone ed il 40% per le merci". Poi conclude che per "migliorare drasticamente l'impronta ambientale del trasporto", che è "anche un risparmio" poiché "diminuire la produzione di CO2 elimina gli sprechi", occorre "seguire una pianificazione rigorosa" e "fare presto".
Il 'Quaderno #25' per "migliorare l'impronta ambientale del trasporto e delle aree adiacenti alla logistica" così prende in considerazione i principali fronti sui quali intervenire: 'dall'impegno delle aziende di trasporto' che già "hanno diversi strumenti a disposizione per la riduzione delle emissioni nocive" come "il premio Lean&Green" che "è un riconoscimento alle aziende che si impegnano a ridurle del 20% nell'arco di un quinquennio" alla necessità di 'agire sui mezzi' e quindi "lavorare sugli pneumatici, sull'aerodinamica e su stili di guida che con le nuove tecnologie possono portare a risparmi di carburante fino a oltre il 10%".
Inoltre si pone l'attenzione sulla 'scelta del carburante' e quindi "sui biocarburanti, di cui l'Italia è uno dei maggiori produttori in Europa" e sulla "produzione di veicoli alimentati a GNL (gas naturale liquefatto)" per cui serve "incentivare il salto verso tali scelte e lavorare sulla rete di distribuzione": il GNL per esempio "va sostenuto attraverso un piano che congeli il livello di tassazione su un periodo di 5 anni per consentire la pianificazione degli investimenti". Tra le aree di intervento ci sono poi 'la logistica urbana' e 'l'intermodalità'. 'Quaderno #25' propone "una visione più smart ed ottimizzata delle consegne in ambito urbano" e quindi di "accelerare l'attuazione del Piano d'Azione ITS" che prevede "la creazione di piattaforme logistiche integrate e/o interoperabili con la Piattaforma Logistica Nazionale (PLN)". Infine, sull'intermodalità emerge che "recuperare" quella "ferroviaria significa tornare a contare sulla modalità treno per tutte le tipologie di merci". Per 'Quaderno #25', "le lunghe dorsali peninsulari devono avere servizi regolari nelle due direzioni, anche con fermate intermedie per trasporto container a casse mobili con terminali efficienti", "senza dimenticare che le linee ad alta velocità sono in realtà state costruite per essere ad alta capacità".(