L'ipotesi di una eliminazione dei combustibili fossili per la mobilità, "ad una data stabilita 'per legge', già avanzata in alcuni contesti anche istituzionali, non è accettabile". Lo afferma l'Unione petrolifera in un documento illustrato al ministero dello Sviluppo economico nell'ambito delle audizioni relative alla Nuova strategia energetica.
A giudizio dell'Up, infatti, "ciò determina incertezza nel settore e penalizza fortemente le aziende ancora presenti, rischiando di creare un vero e proprio collasso dell'intera filiera industriale. In un settore strategico per il Paese e con lunghi tempi di reintegro degli investimenti, quale quello petrolifero, è necessario che il Governo escluda con fermezza un simile approccio, adottando scelte chiare, univoche e consapevoli, in assenza delle quali si innescheranno da subito fenomeni irreversibili di ulteriore disimpegno".
Secondo i calcoli dell'Up, per altro, l'obiettivo di riduzione della CO2 al 2030 (-30% rispetto al 2005) per il trasporto leggero su strada "può essere raggiunto attraverso un più rapido ricambio del parco auto più vecchio e inquinante (euro 0-3, oggi pari al 45% dell'intero parco circolante) con veicoli euro 6 e ibridi, soluzioni già disponibili senza la necessità di ricorrere a meccanismi incentivanti e con rapporto costo/efficacia molto positivo in tempi brevi. Considerato anche l'apporto che potranno dare alimentazioni alternative come gpl, metano ed elettriche".