Andare in bicicletta genera un fatturato di 6.206.587.766 euro; un patrimonio composto dalla produzione di bici e accessori, dalle 'ciclo-vacanze' e dell'insieme dell'indotto positivo prodotto dai biker, come per esempio risparmio di carburante, benefit sanitari o riduzione di emissioni nocive. A 200 anni dalla nascita della bicicletta è questa la fotografia scattata dal rapporto 'L'A Bi Ci' di Legambiente, e dedicato all'economia della bici in Italia e alla ciclabilità nelle città, realizzato in collaborazione con VeloLove e GRAB+.
Secondo la Federazione europea ciclisti (Ecf), in un report dedicato ai benefici economici delle due ruote a pedali (nell'Ue a 28 Paesi), "la mobilità ciclistica in Europa vale 513 miliardi di euro all'anno, pari a 1.000 euro a cittadino". La Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) ricorda che "la sola città di Roma avrebbe oltre 3.200 posti di lavoro in più e 150 morti in meno se si raggiungesse il 25% di 'modal-split in bicicletta". La somma dei benefici calcolati e stimati in relazione alla mobilità ciclistica è suddivisa per settori: salute 191 miliardi di euro, tecnologia e design 20 miliardi, qualità della vita 131 miliardi, ambiente e clima 15,5 miliardi, economia 63 miliardi, integrazione culturale 10 miliardi, affari sociali 50 miliardi, energia e risorse 3 miliardi, mobilità 30 miliardi.
Secondo il report di Legambiente infatti non è più soltanto il nord Europa a 'pedalare': "c'è movimento lento anche nel nostro Paese dove, smentendo la sensazione diffusa che l'Italia sia condannata ad arrancare in coda al gruppo, crescono città a misura di bici e una sempre maggiore attenzione alla ciclomobilità; eccellenze e buone pratiche non sono diffuse in maniera omogenea ma concentrate in alcuni Comuni e circoscritte in alcune aree geografiche". Per avere un'idea della consistenza di questo capitale, spiega il report, "i 6,2 miliardi superano nettamente i ricavi dell'export del vino, uno dei prodotti made in Italy maggiormente apprezzati all'estero".
Un altro valore significativo è quello relativo ai frequent biker, cioè gli italiani che utilizzano sistematicamente la bici per il tragitto casa-lavoro: sono 743 mila, con percentuali elevatissime nella provincia autonoma di Bolzano (il 13,2% degli occupati raggiunge il luogo di lavoro in bici), in Emilia Romagna (7,8%) e in Veneto (7,7%). Positivi anche i dati del 'modal-share' di 12 città italiane che raggiungono, con una quota di spostamenti in bici sul totale degli spostamenti urbani superiore almeno al 15%; per esempio a Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso più di un quarto della popolazione usa la bici per i propri spostamenti quotidiani. Non solo però. Perché nel nostro Paese crescono anche le piste ciclabili; in sette anni, tra il 2008 e il 2015, nelle città capoluogo sono aumentate addirittura del 50%, ma nello stesso periodo la percentuale di italiani che utilizzano la bici per gli spostamenti è rimasta immutata: era il 3,6% nel 2008 ed era ancora il 3,6% nel 2015.