Il tasso di motorizzazione in Italia è calato negli ultimi dieci anni, ma il trasporto pubblico si sta ancora riprendendo a fatica dai tagli del 2011 e le politiche per la mobilità sostenibile sono ancora troppo deboli al Sud rispetto al Nord. Lo rivela lo studio "Mobilitaria", che studia la qualità dell'aria in rapporto alla mobilità urbana nelle 14 città metropolitane italiane dal 2006 al 2016. La ricerca è stata preparata dal Cnr e dal think-tank Kyoto Club e presentata mercoledì alla fiera della green economy Ecomondo a Rimini.
Nel decennio analizzato il tasso di motorizzazione ha subito una decrescita (a Milano -10%). Tuttavia si riscontra un aumento degli autoveicoli diesel, combustibile fortemente inquinante, in media dal 20 al 40%. Il trasporto pubblico, dopo i tagli pesanti della Finanziaria 2011 a causa della crisi, vede oggi una lenta ripresa, soprattutto al Nord, con la crescita delle reti tramviarie e metropolitane in diverse città.
Gli incentivi alla mobilità sostenibile si riscontrano maggiormente nelle città del Nord e Centro, ma anche al Sud iniziano a vedersi. Un'importante crescita si riscontra per le piste ciclabili, le zone pedonali e le zone 30 (Zone a Traffico Limitato presidiate da varchi telematici di controllo).
La crescita dell'uso della bicicletta si è avuta maggiormente nelle città di medie dimensioni del Nord, con un aumento delle piste ciclabili, che mancano invece al Sud. Un elevato aumento si riscontra dal 2013 nel Car Sharing in almeno 4 città.
Dallo studio emerge che Milano è la città che in questo decennio ha fatto di più per la mobilità sostenibile: area C, crescita delle reti metropolitane, crescita delle piste ciclabili, delle aree pedonali, della sharing mobility, calo dell'indice di motorizzazione, tenuta degli utenti del trasporto pubblico.