ROMA - L'Italia dei treni pendolari è spaccata a metà, con 9 regioni (soprattutto al Nord) e le due Province autonome in cui i passeggeri sono aumentati, e 10 regioni (soprattutto al Sud) in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Lo rivela l'ultima edizione del rapporto annuale Pendolaria di Legambiente, presentato oggi.
Il numero dei passeggeri dei treni pendolari aumenta, toccando quota 5,59 milioni e segnando un nuovo record rispetto al 2012 (+7,9% in 4 anni). Sono 2 milioni e 874 mila coloro che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale e 2 milioni e 716 mila quelli che prendono ogni giorno le metropolitane, presenti in 7 città italiane. Diminuiscono però i chilometri di linee disponibili, e la crescita nasconde differenze rilevanti tra le diverse Regioni.
Cresce il numero di persone che prende il treno al nord - come in Lombardia (750mila). E' triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila in Puglia. Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo.
Molto diversa la situazione del Piemonte, dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4%, mentre è drammatica la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi), e in Campania, dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni).
La riduzione dell'età media dei treni è avvenuta soprattutto al nord e al centro. Al sud l'età media dei convogli è di 19,2 anni. Legambiente denuncia una diminuzione delle risorse nazionali stanziate tra il 2009 e il 2018 pari a -20,4%.