Intermodalità dei servizi di trasporto e sharing mobility sono scelte in ascesa nelle città dove si torna a muoversi. La ragione, spiega il primo sondaggio dalla ripresa delle attività dopo le restrizioni per il Covid-19 fatto da Ipsos-Legambiente, sta nelle politiche di limitazione della circolazione delle auto, di sostegno all'offerta di servizi pubblici, di riduzione dello spazio per il parcheggio, di diffusione di servizi di sharing mobility (20 a Milano, 15 a Roma). Ma non è per tutti, si rileva, in quanto non ha ancora una capillarità di offerta che possa soddisfare una porzione importante della popolazione.
La novità nella sharing mobility sono i monopattini elettrici: nel 2020 l'Osservatorio Sharing Mobility contava 120 servizi di micromobilità, quattro spostamenti su 10 in condivisione, anche nelle regioni del sud e nei centri minori.
Il 60% degli italiani (75% nelle città principali), secondo il sondaggio, ritiene rilevante una offerta integrata (MaaS), un abbonamento unico a trasporto pubblico, treno e servizi di sharing mobility, dal monopattino all'auto. Piacciono perfino le politiche di limitazione, quasi totale, della circolazione di auto e moto con motori a combustione nei centri abitati.
Secondo Legambiente, occorre estendere le agevolazioni fiscali per aziende e dipendenti pubblici, oggi applicati per gli abbonamenti al trasporto pubblico ferroviario e locale, a tutte le forme di mobilità sostenibile come la sharing mobility e mezzi elettrici aziendali condivisi: la sharing mobility va soggetta alla stessa aliquota Iva del trasporto pubblico (10% e non 22%).
Città dei 15 minuti piace ma italiani pensano non realistica. Agli italiani piace molto la "Città dei 15 minuti" a piedi, con servizi di prossimità, e piacciono perfino le politiche di limitazione, quasi totale, della circolazione di auto e moto con motori a combustione nei centri abitati. È quanto emerge dal primo sondaggio dalla ripresa delle attività- dopo i lockdown causati dalla pandemia - promosso da Legambiente con Ipsos, su scala nazionale e con focus su Milano, Torino, Napoli e Roma. Gli italiani hanno una grande attrazione verso questo progetto ma pensano che non sia realistico. Quindi, ha spiegato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, servono finanziamenti nazionali e i comuni devono garantire ai cittadini di poter fare tutto in 15 minuti a piedi. È una sfida per i nuovi sindaci appena eletti nelle grandi città, perché questo progetto piace soprattutto nelle aree metropolitane.