Come montagne e fiumi sulla terraferma, gli oceani sono pieni di "barriere" per i microorganismi. Alcuni ricercatori danesi hanno scoperto che sottili differenze nella salinità e nella temperatura delle acque che si verificano anche per tempi brevi funzionano da "barriere fisiche" per il fitoplancton, col risultato di una distribuzione "a chiazze" di questi microrganismi che sono la più importante risorsa di cibo degli oceani, alla base della catena alimentare marina.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Ecology, è stata guidata dall'Università di Copenaghen e condotta in collaborazione con la Nasa, l'Università del Maine e il Danish ClimateLab, con analisi su campioni dell'Atlantico settentrionale.
Lo studio, dicono gli scienziati, aiuta a spiegare la grande biodiversità che caratterizza le popolazioni di fitoplancton.
Questo è costituito da alghe microscopiche che vivono fluttuando nelle acque, trasportate dalle correnti oceaniche. La composizione dei loro insiemi influisce sulla distribuzione di altri abitanti del mare, da organismi piccolissimi a pesci e balene.
"Gli oceani sono pieni di barriere invisibili che si creano quando temperatura o salinità delle acque cambiano", spiega l'autore dello studio. La ricerca evidenzia che anche cambiamenti che si verificano per breve tempo - un paio di giorni o qualche settimana - sono in grado di influire sulla distribuzione di fitoplancton, con una reazione a catena anche sulla catena alimentare.