- ROMA - Al via ai Caraibi e alle Florida Keys un maxi piano di ripopolamento dei coralli, una corsa contro il tempo per fronteggiare le minacce poste dal riscaldamento globale, dai mutamenti del clima e da altri fattori di "stress" per le barriere coralline come lo sviluppo costiero non pianificato e lo sfruttamento intensivo della pesca. A siglare l'iniziativa sono l'istituto no profit del Mote Marine Laboratory e l'organizzazione Nature Conservancy: l'obiettivo è il ripristino di un milione di coralli nei prossimi 15 anni e la creazione di una banca dati genetica che faccia da "assicurazione" per la biodiversità.
La presenza di coralli in Florida e ai Caraibi, affermano i ricercatori, è diminuita tra il 50 e l'80% in alcune aree soltanto negli ultimi trent'anni. In un annuncio congiunto i soggetti promotori spiegano che quella appena siglata rappresenta un'operazione di ripristino su scala mai vista prima.
Di qui al 2017 saranno "allevati" 50 mila frammenti di diverse specie di coralli. Gli scienziati selezioneranno quindi quelli che meglio risponderanno all'aumento della temperatura delle acque, all'acidificazione degli oceani e alle malattie che oggi colpiscono i 'reef' di tutto il mondo. Entro il 2020 sarà messa a punto la banca dati genetica dei coralli più a rischio: la conservazione di questi tessuti rappresenterà una sorta di "assicurazione" per la biodiversità davanti alla minaccia dei cambiamenti climatici e di altri eventi che risultano catastrofici per le barriere, in primis gli episodi di sbiancamento sempre più intensi, frequenti e ampi su scala globale.
Entro il 2025 è previsto infine il maxi ripristino di coralli: un milione di frammenti andrà a ripopolare i "reef" delle Isole Vergini e delle Florida Keys e altri 500 mila saranno destinati ad almeno altre tre nazioni caraibiche. Ultimo obiettivo la creazione di una struttura ad hoc a St. Croix per unire le forze della comunità scientifica ai fini della conservazione.