Anche la Nasa scende in campo per monitorare lo stato di salute della Grande barriera corallina australiana. Anzi, si alza in volo: a oltre 8mila metri con dei particolari sensori a bordo del Gulfstream III che stanno "mappando" la salute dei "reef" nei minimi dettagli. Gli scienziati produrranno un quadro in tempo reale sulla quantità di sabbia, coralli e alghe che formano la Barriera.
Avviata nei giorni scorsi da Cairns, nel Queensland in Australia, l'iniziativa è guidata dal team CORAL (COral Reef Airbone Laboratory) della Nasa. Si tratta di una missione triennale che combina ricognizioni aeree con strumenti e tecnologie d'avanguardia per la raccolta delle immagini e attività di validazione dei dati in acqua.
La missione, si legge sul sito del progetto, punta a fornire dati e nuovi modelli per analizzare gli ecosistemi corallini da nuove prospettive. Informazioni che gli scienziati potranno usare per individuare i migliori strumenti per la conservazione di questi delicati habitat. Per un anno i sensori della Nasa analizzeranno porzioni della Grande barriera corallina ma non solo. La missione è attiva anche alle Hawaii, nelle isole Marianne e nell'arcipelago di Palau.
La Grande barriera corallina è uno dei "sorvegliati speciali" dalla comunità scientifica internazionale per via del maxi sbiancamento che ha colpito il 93% dei suoi 'reef' nel tratto settentrionale. Un quarto è già morto.