ROMA - Quasi 1300 ettari di foresta pluviale 'sacrificata', ovvero disboscata, per far posto a piantagioni di canna da zucchero. È quanto avvenuto nel Nord della Bolivia tra il 2011 e il 2014, secondo quanto riportato dal sito Mongabay. Oltre 600 ettari sono andati in fumo solo quest'anno tra luglio e settembre.
I dati del Global Forest Watch
Il quadro è fornito dai dati satellitari dell'Università del Maryland disponibili sulla piattaforma di monitoraggio 'Global Forest Watch'. Quasi 2 mila ettari di foresta sono stati finora tramutati in campi per la coltivazione della canna da zucchero e per il 2023, riporta il magazine, ci sono piani per un totale di 11.700 ettari da destinare ad attività agricole. I Tacana, la comunità indigena locale, sostengono di essere stati costretti a cedere 4 mila ettari del loro territorio per la realizzazione degli impianti di lavorazione della canna da zucchero. La deforestazione, secondo un rapporto del 2015, interessa il 20% della Pan-Amazzonia e per gli scienziati se continua a questo ritmo potrebbe produrre un collasso ecologico in meno di 40 anni.
Piantagioni al posto delle foreste
Le piantagioni di canna da zucchero e gli impianti di lavorazione che stanno prendendo il posto della foresta, scrive Mongabay, sono di proprietà della compagnia Easba (Empresa Azucarera San Buenaventura), che opera con il placet del governo boliviano. L'area dista circa 12 chilometri dal Parco nazionale Madidi, che custodisce una delle maggiori biodiversità al mondo.
La spedizione scientifica "Identità Madidi"
L'area è oggetto della spedizione scientifica "Identità Madidi", cui partecipano dozzine di ricercatori: solo nel primo anno di attività sono state scoperte 7 nuove specie e individuate oltre mille specie di uccelli.