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Abissi oceani come Antartide, un Trattato per tutelarli

Proposto su Science da ricercatori guidati da Italia

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 3 FEB - Gli abissi degli oceani come l'Antartide: arriva dall'Italia la proposta di un trattato che li tuteli. La proposta, pubblicata su Science, si deve a un gruppo di ricercatori coordinati da Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. A mettere a punto il trattato dovrebbe essere un'organizzazione internazionale per gli ambienti marini profondi, compresi tra i 200 metri e gli 11.000 metri, che includa anche l'Onu.

''L'organizzazione - ha spiegato Danovaro all'ANSA - dovrebbe avere funzioni giuridiche e scientifiche'', per tutelare, con principi normativi vincolanti, la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse marine e promuovere la ricerca scientifica su questi ecosistemi. ''Gli ambienti profondi e gli abissi marini, costituiscono il 95% del volume degli oceani e il 50% di essi - ha osservato Danovaro - si estende su acque internazionali dove non vige alcuna legislazione''. Le Nazioni Unite, con la Convenzione sul diritto del mare, ha spiegato, ''ci hanno dato linee guida ma non principi vincolanti e, nonostante il disciplinamento imposto dall'Isa, l'Autorità internazionale sui fondali (International Seabed Authority) manca una concreta pianificazione sovranazionale per regolamentare queste aree''. Pesca non regolamentata, approvvigionamento di risorse minerali e idrocarburi non disciplinati, ha osservato, ''provocano danni vitali all'ecosistema degli abissi''. Questi ambienti sono ricchi di vita, tanto che sono le principali aree di biodiversità del pianeta. Sono inoltre indispensabili per l'assorbimento dell'anidride carbonica in eccesso presente nell'atmosfera e per la produzione dell'ossigeno: ''parte della CO2 assorbita - ha rilevato - viene trasformata in ossigeno, e ben una molecola su due di quello che respiriamo è prodotta da alghe e batteri degli oceani''. Tuttavia conosciamo meno dello 0,0001% di questi ambienti. Quindi, ha rilevato il presidente della Stazione Zoologica, è un ambiente in gran parte sconosciuto e da studiare. ''Cerchiamo la vita sugli altri pianeti - ha concluso - ma dobbiamo cercarla anche sulla Terra''. (ANSA).

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