Numerose società produttrici di carta e derivati sono collegate ad aziende "che stanno distruggendo una delle ultime e più grandi foreste vergini d'Europa, nella Taiga russa". Lo afferma Greenpeace sulla base dei risultati del rapporto "Eye on the Taiga" che ha diffuso oggi. La Taiga russa, spiega l'associazione ambientalista, è parte dell'ecosistema della Grande Foresta del Nord, che si estende per 16 milioni di chilometri quadrati dall'Alaska alla Russia, passando per il Canada e la Scandinavia. La Grande Foresta del Nord rappresenta un terzo delle foreste rimaste sulla Terra ed è il secondo più grande ecosistema terrestre del mondo, dopo le foreste tropicali. Circa il 60% della Grande Foresta del Nord (950 milioni di ettari) si trova proprio in Russia, dove però - rileva Greenpeace - "le blande leggi forestali permettono la frammentazione o la radicale trasformazione delle foreste, spingendo le aziende del settore del legno e della carta a spostare la loro attenzione verso le foreste vergini o Paesaggi Forestali". La regione russa di Arcangelo è vista dall'industria del legno e della carta come una "miniera di legname" e comprende la Foresta Dvinsky, divenuta ormai il fulcro di un acuto conflitto tra gli interessi di conservazione forestale e le mire del settore del legname e della carta. Fra il 2000 e il 2015 la Foresta Dvinsky ha perso oltre 300 mila ettari di Paesaggi Forestali Intatti, mettendo a rischio l'habitat di una delle ultime popolazioni di renne selvatiche, già in via d'estinzione". Per quanto la foresta boreale russa possa sembrare lontana, sono state le aziende europee, statunitensi e australiane a far crescere a dismisura la domanda di prodotti provenienti da quest'area, afferma Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. Greenpeace ha scritto alle società citate nel rapporto chiedendo di unirsi agli sforzi per salvare la Foresta Dvinsky e tutte le altre preziose foreste vergini della Grande Foresta del Nord.