Proteggere l'Oceano Artico dalle trivelle petrolifere, dalle navi e dalla pesca a strascico, attività che potrebbero aprirsi nuove rotte grazie allo scioglimento dei ghiacci: è l'appello lanciato in un rapporto realizzato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) insieme all'Unesco e all'americano Natural Resources Defense Council.
Il documento identifica 7 siti marini dell'Artico che necessitano di protezione e che potrebbero avere i requisiti per lo status di Patrimonio mondiale. Tra queste ci sono lo Stretto di Bering, uno dei maggiori corridoi di migrazione al mondo per milioni di uccelli e mammiferi marini; Scoresby Sound-Store Hellefiskebanke, habitat critico per il tricheco; Northeast Water Polynya, che potrebbe dare agli orsi polari la maggiore possibilità di sopravvivenza nel XXI secolo; la Baia di Baffin settentrionale, che è dimora del maggior raduno di una singola specie di uccello marino, l'alca; gli arcipelaghi dell'alto Artico; la Great Siberian Polynya.
L'Oceano Artico si estende per 14 milioni di chilometri quadrati e le sue acque ghiacciate sono dimora di fauna selvatica che è impossibile trovare altrove, dai narvali ai trichechi. Tuttavia lo scioglimento dei ghiacci provocato dal riscaldamento globale, spiegano i ricercatori, sta aprendo aree prima inaccessibili a nuove potenziali rotte di navigazione, di pesca e di esplorazione per gas e petrolio.