La riforma dei parchi in discussione alla Camera trascura l'innovazione e i valori dell'agricoltura biologica come fattore di mantenimento degli equilibri naturali e come attività che non danneggia gli equilibri ambientali. Sarà solo l'agricoltura convenzionale a entrare nelle aree protette, sia a livello di rappresentanza che di vere e proprie coltivazioni.
Lo affermano le tre associazioni rappresentative del mondo del biologico e del biodinamico: Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica), Federbio (la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica) e Associazione per l'agricoltura biodinamica.
Per le tre associazioni la riforma della Legge quadro sulle aree naturali protette, è "corporativa e inefficace per la promozione di una buona agricoltura, in grado di tutelare adeguatamente le specie e gli habitat, assicurando allo stesso tempo un reddito dignitoso per gli agricoltori che operano all'interno dei parchi".
Le Associazioni dell'agricoltura biologica e biodinamica osservano inoltre "di essere state del tutto escluse dal confronto e dal dibattito sulla riforma della legge sui parchi e mai ascoltate nelle audizioni da parte delle Commissioni parlamentari competenti".
"L'agroecologia - concludono - sarà così esclusa dalla gestione delle aree naturali protette, i territori più ricchi di biodiversità e più vulnerabili dagli impatti dell'agricoltura convenzionale che utilizza quella chimica di sintesi mortale per la natura".