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Pescatori sardi contro esercitazioni militari in mare

"Stop a pesca fuori da poligoni interdetti, Regione intervenga"

Redazione ANSA CAGLIARI
(ANSA) - CAGLIARI, 8 MAG - Pescatori sul piede di guerra per lo stop forzato alle attività di pesca nello specchio di mare fra Pula e Costa Rei, nel sud della Sardegna, a causa delle esercitazioni militari. Da oggi e per 10 giorni iniziano le esercitazioni a fuoco a Capo Teulada, con l'interdizione dell'area di mare tra Porto Pino a Punta Niedda, mentre sono state annullate le attività previste per oggi sulla costa orientale tra Punta de Sa Cala e Capo San Lorenzo.

Federcoopesca, Agci e Armatori sardi lanciano un appello alla Regione Sardegna affinché "condivida le argomentazioni dei pescatori sardi, già allo stremo per la crisi esistente, compresi i ritardi degli indennizzi e le restrizioni già in atto, sostenendo con forza le ragioni del comparto: non deve essere l'inizio di una nuova era di soprusi".

"Come associazioni di categoria pesca - continuano - ci mobiliteremo per capire se ci sarà la possibilità di opporsi legalmente ad eventuali repliche di questo brutto film e per indennizzare le marinerie del sud Sardegna per i danni subiti da questi 15 giorni di incomprensibile e ingiustificata limitazione del diritto al lavoro per i pescatori".

"Le prime vittime dei 'giochi di guerra' sono i pescatori sardi - attaccano -. Come sempre a farne le spese sono le imprese, lasciate sole al loro destino da chi dovrebbe invece tutelarle. Dopo le restrizioni militari imposte in tutto il mare sardo alle imprese di pesca e senza neppure poter contare sugli indennizzi, ora arriva la mazzata decisa dallo Stato".

"Uno schiaffo al sud Sardegna che può far male a tutta l'Isola - sostengono -. Non c'è stato alcun avviso preventivo: ed è ancora più grave che si cerchi di addossare ai pescatori la colpa di esserne venuti a conoscenza ad esercitazioni già in atto solo per non avere visto le ordinanze affisse nelle Capitanerie di Porto". (ANSA).

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