ROMA - Il Parco nazionale di Comoé, in Costa d'Avorio, non è più tra i siti naturali patrimonio Unesco giudicati "in pericolo". Lo ha stabilito il Comitato dei Patrimoni dell'umanità, riunito in questi giorni nella città polacca di Cracovia, seguendo la raccomandazione dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). La decisione è stata presa considerando la crescita delle popolazioni di animali selvatici, soprattutto scimpanzé ed elefanti, grazie alla migliore gestione dell'area seguita alla stabilizzazione politica del Paese.
L'uscita del parco dall'elenco dei Patrimoni dell'umanità "in pericolo" è il primo caso in oltre dieci anni nell'Africa occidentale e centrale. In questa regione la metà dei 20 siti naturali Patrimonio è nell'elenco di quelli a rischio.
Le popolazioni di diverse specie nel parco di Comoé "sono in aumento, forse per la prima volta in quasi 15 anni", sottolinea lo Iucn. A inizio anno una missione sul campo ha confermato numeri incoraggianti per scimpanzé ed elefanti che si pensava fossero scomparsi dal parco. L'area è dimora di 620 specie di piante, 500 uccelli, 135 mammiferi, 35 anfibi e 60 pesci. Molte sono minacciate da estinzione e inserite nella Lista Rossa Iucn.
Al Comitato dei Patrimoni mondiali lo Iucn ha invece raccomandato l'inclusione nei siti "in pericolo" delle isole e aree protette del Golfo della California, in Messico, dove la pesca illegale minaccia la sopravvivenza del piccolo cetaceo 'vaquita'. Espressa preoccupazione anche per Bialowieza, tra Polonia e Bielorussia, una delle ultime foreste primordiali d'Europa.