ROMA - La forte siccità "pesa tantissimo" sugli incendi che nelle ultime settimane stanno mandando in fumo ettari di territorio italiano, con la prospettiva, con le prossime piogge, di un serio "rischio idrogeologico" nelle aree bruciate su versanti ripidi a ridosso di case o strade. A lanciare l'Sos è una rete di ricercatori italiani specializzata sugli incendi boschivi, che invita a interventi mirati per il ripristino del "verde".
"A livello statistico, in Italia ma anche nel resto del mondo il legame principale degli incendi è con la siccità", spiega all'ANSA Giorgio Vacchiano, attualmente ricercatore presso il Centro comune di ricerca della Commissione europea e membro del gruppo di lavoro sulla gestione degli incendi boschivi della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef).
"Una volta acceso, il fuoco si propaga solo se la vegetazione è secca. Se raddoppia la siccità, raddoppiano anche gli incendi".
Domate le fiamme c'è però un rischio che incombe in alcune aree con le prime piogge, ed è quello di "scivolamento del suolo o di caduta massi superficiale" sui versanti ripidi, perché non ci sono più "alberi e radici che trattengono il terreno". In questi casi c'è bisogno "subito" di interventi. I rimboschimenti sono una buona soluzione, spiega, purché siano "in equilibrio con l'ecosistema". Stesso tipo di ripristino è indicato per le aree turistiche. Negli altri casi, suggerisce il ricercatore, "è la natura che deve fare il suo corso".