ROMA - Il 'valore natura' del Mediterraneo, con i suoi 46.000 km di costa, è di almeno 5.600 miliardi di dollari, capace di generare annualmente un'economia pari a 450 miliardi di dollari e di sostenere circa 150 milioni di persone che vivono lungo le sponde del bacino. Pur coprendo appena l'1% della superficie degli oceani del mondo, il Mediterraneo è capace di fornire il 20% del Prodotto Marino Mondiale Lordo la cui produzione economica è stimata ad almeno 24mila milioni di dollari. Se fosse un'economia a se stante, quella del Mediterraneo sarebbe la quinta della regione, dopo Francia, Italia, Spagna e Turchia, capace di generare circa quanto l'economia annuale di Algeria, Grecia e Marocco messe insieme.
Sono solo alcuni dei dati rivelati dal report "Reviving the Economy of the Mediterranean Sea: Actions for a sustainable future", prodotto dal Wwf e lanciato oggi in vista del prossimo summit "Our Ocean" ospitato dall'Unione europea a Malta all'inizio di ottobre. Il commissario europeo per l'ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella ha scritto la prefazione del report: "Costruire un'Economia Blu per il Mediterraneo dipenderà in gran parte dalla capacità che avremo di garantire la salute del nostro mare, delle sue coste e degli ecosistemi marini e, laddove è possibile, ripristinare quelli degradati. Non possiamo continuare a erodere i beni del mediterraneo dai quali dipendono cultura ed economia".
Il rapporto rileva che "molti asset principali nel Mar Mediterraneo stanno diminuendo a causa dello sfruttamento non sostenibile e che l'utilizzo di tali risorse si sta accelerando. La relazione si concentra sul settore della pesca e sull'industria del turismo in rapida crescita e dimostra che la salute del Mar Mediterraneo è in una fase di svolta. Questa nuova analisi sostiene ancora più l'importanza della conservazione come una delle maggiori priorità per i leader mediterranei".
Il valore di 5.600 miliardi di dollari del Mediterraneo si basa su risorse quali le coste produttive, gli stock ittici e la pesca e le fanerogame marine (piante marine come la posidonia) che, ad esempio, garantiscono il sequestro di carbonio, fondamentale per gli equilibri del clima sul pianeta.
"Questo rapporto chiarisce quanto rilevante sia il valore economico, ambientale e sociale del Mediterraneo e quale sarà il costo che la grande comunità mediterranea dovrà sostenere se non verranno avviate le necessarie politiche di conservazione, mitigazione e tutela - osserva la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi - La pressione esercitata sulle risorse ittiche, sulle aree costiere e gli ecosistemi marini è insostenibile e senza precedenti, in Mediterraneo come nella maggior parte dei mari e degli oceani del pianeta. I leader del Mediterraneo e del mondo, riuniti a Malta, devono cogliere questo momento per impegnarsi affinchè siano raggiunti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dell'accordo globale sul clima del 2015. Non c'è tempo da perdere" conclude Bianchi.
Il managing director del partner del rapporto Boston Consulting Group, Nicolas Kachaner, ha dichiarato: "Con questa analisi nessuno può dubitare dell'importanza di gestire attentamente gli asset marini che sostengono una fetta cosi grande dell'economia mediterranea. Un approccio economico prudente prevederebbe una forte azione di conservazione in tutta la regione per assicurare i suoi beni naturali, altrimenti le fondamenta economiche della regione potrebbero essere seriamente minacciate".