Il Belize diventa leader mondiale nella protezione degli oceani, tutelando la più grande barriera corallina dell'emisfero boreale, sito patrimonio mondiale dell'Unesco. Lo afferma il Wwf che "esulta" con Oceana spiegando che è stata approvata definitivamente la legge che pone fine alla ricerca e all'estrazione di idrocarburi offshore.
Questo impegno, portato avanti dal Primo Ministro, Dean Barrow, si legge nel comunicato, "si è concretizzato dopo mesi di proteste e pressioni da parte del Wwf, di Oceana e della Belize Coalition to Save Our Natural Heritage".
Il turismo legato alla barriera corallina genera introiti dai 182 milioni ai 237 milioni dollari all'anno e assieme alla pesca danno sostentamento a circa 190.000 persone, ricorda il Wwf.
Nadia Bood, esperta di barriera coralline presso del Wwf Belize afferma che "il Belize sta tutelando il proprio futuro. Speriamo che possa incoraggiare altri paesi a seguire l'esempio".
Janelle Chanona, vicepresidente di Oceana Belize, osserva che non si sarebbe "mai arrivati a questo punto, se non ci fosse stata la partecipazione del popolo del Belize. Un simile impegno riflette il grado di coscienza nazionale, che permette di definirci 'figli' della barriera corallina".
Casa di circa 1.400 specie, inclusa la tartaruga embricata, il lamantino e sei specie di squali in pericolo di estinzione la barriera corallina del Belize, Reserve System World Herritage, è dal 2009 nell'elenco dei siti Patrimonio Mondiale dell'Unesco a rischio perché minacciati da attività umane.
Fanny Douvere, coordinatore del programma mondiale Unesco sul patrimonio marino annuncia che "si prevede che la Commissione Unesco possa decidere se escludere dalla lista dei siti a rischio il secondo più grande sistema di barriera corallina mondiale durante la prossima sessione che si terrà tra giugno e luglio 2018".