ROMA - Oltre la metà delle foreste europee è scomparsa negli ultimi 6.000 anni per il disboscamento dovuto all'agricoltura e al fabbisogno di legname. Lo indica l'analisi degli antichi pollini raccolti da oltre 1.000 siti. Pubblicata sulla rivista Scientific Reports, si deve al gruppo guidato da Neil Roberts, dell'università britannica di Plymouth. "Circa 8.000 anni fa uno scoiattolo avrebbe potuto saltare da un albero all'altro da Lisbona a Mosca senza toccare terra", ha osservato Roberts. All'epoca infatti oltre due terzi dell'Europa centrale e settentrionale erano coperti di alberi. Oggi, invece, questa superficie si è ridotta a un terzo e in alcuni Paesi, come Regno Unito Irlanda, la perdita è stata ancora maggiore e vi sono aree dove le foreste coprono meno del 10% del territorio.
L'epoca dei pollini è stata ricostruita grazie alla tecnica della datazione con il carbonio 14 e in questo modo è stato possibile ricostruire il volto e la distribuzione delle antiche foreste: è emerso che 8.000 anni fa l'Europa era un continente quasi interamente coperto di boschi, che nel periodo compreso tra 11.000 e 6.000 anni fa questi erano addirittura aumentati del 20%.Il disboscamento e' cominciato nel Neolitico, con l'introduzione delle pratiche agricole per far posto a campi e pascoli. La scomparsa delle foreste ha subito un accelerazione verso la fine dell'Eta' del Bronzo, circa 3.000 anni fa, ed è proseguita ampiamente fino ai giorni nostri, sempre a causa della diffusione dell'agricoltura e alla raccolta del legname.
Tuttavia ci sono zone in Europa ancora ricche di foreste, come la Scandinavia, e in generale la tendenza al disboscamento ha iniziato a ridursi, grazie alla scoperta di nuovi tipi di combustibile e tecniche di costruzione, più rispettose dell'ambiente.