Piante minacciate dall'eccessivo prelievo come il bucaneve o il pungitopo o specie che sono a rischio come il piccolo quadrifoglio d'acqua, ormai quasi scomparso nelle zone umide per via dell'inquinamento e che sopravvive con piccole popolazioni solo nella zona di Pisa. E ancora rane, raganelle e salamandre, specie minacciate sempre a causa dei cambiamenti ambientali. Per tutelare il patrimonio di biodiversità della Toscana è partito Monito-rare, un progetto che la Regione ha affidato alle Università di Pisa, Firenze e Siena. Circa 50 le specie sotto osservazione. Obiettivo del progetto, presentato in occasione del convegno a Firenze 'Governare la biodiversità', è quello di monitorare gli habitat e le specie vegetali e animali come richiesto dalla direttiva Habitat dell'Ue. Gli esiti dell'indagine confluiranno poi nel rapporto nazionale curato dal ministero dell'Ambiente che l'Italia invierà alla Commissione europea. "Per la prima volta in Toscana - spiega Gianni Bedini responsabile del progetto per l'Ateneo pisano - sperimenteremo sul campo i metodi di monitoraggio stilati dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale applicandoli a circa cinquanta specie di animali e piante. I dati che raccoglieremo entro la fine dell'anno serviranno sia a validare o ricalibrare i metodi di monitoraggio, sia ad aggiornare le conoscenze sulla distribuzione delle popolazioni investigate e sui fattori che ne minacciano la sopravvivenza".