ROMA - In Italia e nel Mar Mediterraneo oltre un quinto del totale delle specie presenti sono a rischio di estinzione. Su un campione, utilizzato dall'IUCN, di 2807 specie italiane di spugne, coralli, squali, razze, coleotteri, farfalle, pesci d'acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, ben 596 sono a rischio di estinzione. A lanciare l'allarme è Legambiente, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, con il rapporto "Biodiversità a rischio 2018".
Ad oggi i rifiuti marini, soprattutto la plastica, sono una delle principali minacce per circa 180 specie marine mediterranee. La tartaruga Caretta caretta, insieme alla balenottera comune e agli uccelli marini, sono tra le specie minacciate dai rifiuti galleggianti e dall'inquinamento da plastica in mare. Questi animali possono morire per soffocamento dovuto all'ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo, oppure possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale.
Oltre al marine litter e all'inquinamento, gli altri nemici della biodiversità sono il sovra sfruttamento delle risorse naturali. Nel Mediterraneo il 96% degli stock ittici europei è sovrasfruttato. In particolare l'Adriatico, che da solo sostiene il 50% della produzione ittica italiana, è, insieme al Golfo di Gabes in Tunisia, l'area del Mediterraneo dove si pratica con più intensità la pesca a strascico.
La perdita e frammentazione degli habitat (dovuta ad esempio all'erosione delle coste e al mattone selvaggio) e i cambiamenti climatici favoriscono infine la diffusione delle specie aliene e invasive: l'Ispra stima che, ad oggi, 42 nuove specie ittiche sono state osservate nei mari italiani.