Evitare l'occupazione degli arenili con strutture fisse, l'abbandono dei rifiuti, luci fastidiose, non tagliare la vegetazione autonoma, evitare la circolazione di mezzi a motore. Sono alcuni consigli di Legambiente per proteggere i nidi delle tartarughe che sono tornate a nidificare sulle spiagge italiane. Le indicazioni fanno parte del progetto TartaLife che ha l'obiettivo di tutelare le tartarughe marine nelle 15 regioni italiane che si affacciano sul mare e ridurne la mortalità nelle attività di pesca professionale.
E promuove "i lidi amici delle tartarughe", con consigli per amministratori e gestori di stabilimenti. "Preservare i lidi di deposizione e stimolare la collaborazione dei pescatori sono i due elementi chiave per la salvaguardia della tartaruga marina", dice Alessandro Lucchetti, Cnr-Ismar, capofila di Tartalife. "Un ambiente salubre per le tartarughe marine è anche un luogo ideale per il turista", spiega il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
TartaLife è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Life e cofinanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Direzione Generale Pesca e dalla Regione Marche. Il capofila del progetto è il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) - Istituto di Scienze del Mare di Ancona che coordina le azioni degli altri partner coinvolti: Consorzio UNIMAR: Provincia di Agrigento, Ente Parco Nazionale dell'Asinara, Fondazione Cetacea, Area Marina Protetta Isole Egadi, Legambiente, Area Marina Protetta Isole Pelagie.