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"Fecondazione in vitro" per salvare la Grande Barriera Corallina

E' il più grande progetto di ripristino delle aree naturali mai tentato

Redazione ANSA SYDNEY

SYDNEY - La 'fecondazione in vitro' per salvare la Grande barriera corallina australiana compromessa dallo sbiancamento, dal cambiamento climatico e dall'inquinamento delle acque. Il progetto, chiamato IVF (fecondazione in vitro, appunto), è il più ampio e complesso tentativo di rigenerazione dei coralli intrapreso fino ad oggi.

A metterlo a punto un team di scienziati coordinato da Peter Harrison della Southern Cross University di Lismore che, come prima fase dell'ambizioso programma sta raccogliendo milioni di uova e sperma di coralli durante l'annuale evento di massiccia deposizione di uova e sperma di questi giorni.

 

 



"E' il più grande progetto di ripristino larvale che sia mai stato tentato - scrive Harrison sul sito dell'ateneo - non solo nella Grande Barriera Corallina ma in qualsiasi parte del mondo.

Per la prima volta cercheremo su grande scala di catturare letteralmente milioni uova e di sperma, usando congegni galleggianti di contenimento". Gli scienziati coltiveranno i minuscoli coralli per circa una settimana e quando le larve saranno pronte, saranno introdotte nelle parti più danneggiate della barriera. Mentre la maggior parte di uova e sperma viene trapiantata nella barriera, una parte è usata in laboratorio dove gli scienziati potranno sperimentare come meglio promuovere la crescita. Il progetto è condotto in collaborazione con James Cook University di Townsville, Southern Cross University e University of Technology di Sydney, con assistenza da ricercatori internazionali e organizzazioni turistiche. 

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