SYDNEY - I coralli della Grande Barriera Corallina australiana che sono sopravvissuti al diffuso episodio di sbiancamento del 2016 sono diventati più resistenti alla successiva ondata di caldo oceanico nel 2017. Lo riferiscono "con stupore" gli scienziati del 'Centro di eccellenza per gli studi della barriera corallina' di Townsville, in uno studio pubblicato su Nature Climate Change, che descrive come sia emerso un processo chiamato 'memoria ecologica', durante le ondate di caldo successive nel 2016 e nel 2017. Lo studio, guidato da Terry Hughes del centro di Townsville, ha esaminato i danni alla Grande Barriera Corallina negli eventi di sbiancamento del 1998, 2002, 2016 e 2017. "Abbiamo osservato con stupore uno sbiancamento minore nel 2017, quando le temperature sono state ancora più alte dell'anno prima", scrive Hughes.
"Questo è dovuto in parte alla moria di massa delle specie più suscettibili, mentre i coralli più robusti sono sopravvissuti. Il mix delle specie sta quindi cambiano molto rapidamente". "Il risultato nel 2017 - spiega l'esperto - dipendeva dalle condizioni subite dai coralli l'anno prima. Abbiamo chiamato questo 'memoria ecologica' per mostrare che questi eventi ripetuti agiscono ora insieme, in maniere che non ci aspettavamo".
E' necessario quindi comprendere la maniera in cui gli impatti cumulativi degli eventi, sempre più frequenti, spinti dal cambiamento climatico, agiscono sugli ecosistemi vulnerabili, aggiunge Hughes. Solo il 7% della barriera, che è patrimonio mondiale Unesco, è sfuggito allo sbiancamento dal 1998 in poi, e il 61% dei banchi individuali ha subito questo grave fenomeno almeno una volta. I coralli sopravvissuti nel 2016, esposti a condizioni ancora più estreme l'anno successivo, si sono dimostrati più resilienti.