In Italia 42.500 ettari di bosco sono stati distrutti dai cambiamenti climatici, per colpa del "peggior evento atmosferico di sempre": la tempesta Vaia che ha coinvolto 494 Comuni tra Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. E anche se la superficie forestale sta crescendo, "il 2018 è stato un anno terribile per le foreste italiane". Così il Pefc Italia (un'associazione che costituisce l'organo di governo nazionale del sistema di certificazione, il 'Programme for endorsement of forest certification schemes, cioè il Programma di valutazione degli schemi di certificazione forestale) in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, che si celebra il 21 marzo; quest'anno il tema è 'Foreste ed educazione - imparare ad amare le foreste'.
Secondo Maria Cristina d'Orlando, presidente del Pefc Italia, "da quasi 5 mesi ormai, 8,5 milioni di metri cubi di alberi, in un'area dove se ne tagliano meno di 1,5 all'anno, giacciono a terra a causa degli effetti della terribile tempesta".
Le foreste - spiega il Wwf Italia - rappresentano l'habitat per il 75% della biodiversità e producono oltre il 40% dell'ossigeno terrestre; coprono il 31% delle terre emerse del Pianeta; e tra il 1990 e il 2007 le foreste mondiali hanno sequestrato in media 2,4 miliardi di CO2. "Abbiamo il dovere di fare il possibile - rileva il Wwf Italia - per fermare la distruzione delle foreste naturali, restaurare gli ecosistemi degradati dallo sfruttamento e riforestare". All'importanza della tracciabilità, della certificazione e dell'innovativo sistema che ci consente di misurare quanto gli alberi siano utili alla vita, Csi spa (società del Gruppo Imq) ricorda che tra gli strumenti a nostra disposizione per tutelarli ci sono la certificazione della gestione forestale e la verifica degli impatti dei servizi ecosistemici e Timber regulation (contrastare l'illegalità nel mercato del legno).