Liberare il mare dai combustibili fossili: è l'appello che Goletta Verde di Legambiente lancia da Rimini chiedendo lo smantellamento di 34 piattaforme inattive e abbandonate nelle acque italiane. Proposto un piano per l'Adriatico che punti a riconvertire il settore partendo dal distretto di Ravenna.
"Nel mare italiano sono 138 gli impianti offshore" di cui "94 nella fascia delle 12 miglia. Di questi almeno 34 possono essere smantellati subito perché mai partiti o non più produttivi - spiega il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti - L'attivazione di un programma di dismissione cadenzato e razionale porterebbe ad un vero e proprio 'cantiere' diffuso della durata di non meno di 15-20 anni". Un tempo, aggiunge, "compatibile con una transizione economica sempre meno dipendente dal fossile. Ma il percorso verso la riconversione energetica passa anche dalla cancellazione dei sussidi alle fonti fossili che in Italia ammontano a circa 18 miliardi di euro all'anno tra diretti e indiretti".
Durante un incontro dibattito che si è svolto nella città romagnola, Legambiente ha sottolineato quanto il settore degli idrocarburi in Emilia-Romagna sia "da tempo in crisi". "Lo è dal punto di vista dell'occupazione - spiega l'associazione - e del fatturato e nonostante i tanti 'regali' che i Governi hanno garantito alle società del fossile". Tra le piattaforme da smantellare almeno 15 si trovano entro le 12 miglia marine nell'Adriatico ravennate. "Il 'decommissioning' avviato al livello locale - per Legambiente - garantirebbe anche la formazione di uno specifico know-how da potersi spendere su un mercato globale".