E' stata condotta con successo, in Italia, la fecondazione in provetta degli ovociti prelevati dagli ultimi due esemplari di rinoceronte bianco settentrionale, nel tentativo di salvare la specie dall'estinzione: bisognerà attendere circa due settimane per sapere se si svilupperanno embrioni vitali che potranno essere impiantati in una madre surrogato. Lo rende noto il gruppo internazionale di ricerca BioRescue che lavora a questo progetto di salvaguardia della fauna senza precedenti, a cui partecipa in prima linea il laboratorio cremonese Avantea dove domenica 25 agosto è stata eseguita la fecondazione.
'Regista' dell'operazione è stato Cesare Galli, che lo scorso anno aveva già ottenuto i primi embrioni di rinoceronte e in precedenza il primo clone di un toro, Galileo, e il primo di un cavallo, Prometea. Dei 10 ovociti prelevati lo scorso 22 agosto dalle due femmine di rinoceronte bianco 'Fatu' e 'Najin', sette sono riusciti a maturare correttamente in modo da essere sottoposti a fecondazione con gli spermatozoi congelati degli ultimi due maschi della specie, Suni e Sat, morti rispettivamente nel 2014 e nel 2018. La procedura è stata eseguita con la tecnica Icsi (Iniezione intra-citoplasmatica dello spermatozoo), simile a quella impiegata nell'uomo, modificata per eseguire interventi sui cavalli e in seguito adattata ai rinoceronti.
"Siamo stati molto sorpresi dall'elevato tasso di maturazione ottenuto, dal momento che non riusciamo a raggiungerlo con le femmine di rinoceronte bianco meridionale negli zoo europei", commenta Galli. "E' stato difficile lavorare con il seme di Saut: per trovare tre spermatozoi vivi da usare per gli ovociti di Najin - racconta l'esperto - abbiamo dovuto scongelare due campioni di seme. Ora gli ovociti iniettati sono incubati, dovremo aspettare per vedere se degli embrioni vitali si svilupperanno fino allo stadio in cui possono essere crioconservati per poi essere impiantati".