È dedicata alla relazione fra boschi e biodiversità la Giornata Internazionale delle Foreste 2020, che si tiene in tutto il mondo sabato 21 marzo. Lo ricorda il Forest Stewardship Council (Fsc), un'organizzazione non governativa e no-profit che include tra i suoi 900 membri internazionali gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno e la carta, gruppi della grande distribuzione organizzata, ricercatori e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste.
''Troppo preziose per perderle'', recita lo slogan scelto per questa edizione dalle Nazioni Unite, che hanno istituito questa Giornata Mondiale nel 2012, ricorda Fsc rilevando che "enormi aree di foresta tropicale vengono ogni anno distrutte o degradate per rispondere alla domanda di materie prime, anche dall’Europa". E' la stessa Fao, l'organizzazione dell'Onu per il cibo e l'agricoltura, a ricordarci che le foreste sono l'habitat dell'80% della biodiversità terrestre e ospitano più di 60mila specie di piante, aggiunge Fsc. Più di un miliardo e mezzo di persone dipendono poi direttamente dalle foreste per cibo, riparo, produzione di energia da biomasse e reddito.
''Gestire le foreste in modo sostenibile, e ripristinarle quando necessario, è quindi fondamentale per le persone, la biodiversità e il clima e una delle sfide globali più grandi è ridurre l'impronta ambientale di una serie di commodities - rileva Fsc - La grande produzione agricola monoculturale è, infatti, la principale causa diretta di deforestazione e degrado delle foreste nei Paesi tropicali: la promozione di filiere sostenibili e trasparenti, mission da sempre di Fsc, e il coinvolgimento di istituzioni, produttori, intermediari e cittadini, consente di contrastare la deforestazione e la conseguente perdita di biodiversità''. ''Foreste e biodiversità - spiega Diego Florian, direttore di Fsc Italia - sono preziosi per il nostro futuro: ecco perché dobbiamo impegnarci a livello locale, nazionale e internazionale per proteggere e valorizzare questo immenso patrimonio gestendo le foreste in modo sostenibile; ripristinando aree degradate o soggette a deforestazione, salvaguardando i servizi essenziali che riceviamo da alberi e boschi''.
Una quota significativa della domanda globale di materie prime agroforestali viene dai Paesi europei, particolarmente attraverso le grandi industrie di trasformazione. I dati dimostrano che, in media, le emissioni da deforestazione prodotte da queste importazioni rappresentano il 50% delle emissioni agricole nazionali nei 12 Paesi europei presi in esame (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera e UK). L’approvvigionamento di commodities da filiere sostenibili potrebbe però far risparmiare quasi mezzo miliardo di tonnellate di CO2 nel prossimo decennio. In questo senso, un segnale positivo arriva dal settore forestale e dalla produzione di legname tropicale sostenibile, che interessa oggi 30 milioni di ettari: attualmente il 25-32% dei principali prodotti legnosi tropicali importati nell'UE è accompagnato da certificazione di filiera sostenibile.