La Fondazione Principe Alberto II di Monaco aderisce alla Clean Arctic Alliance (Alleanza per l'Artico pulito) firmando the Arctic Commitment (Impegno per l'Artico) e andando ad aggiungersi a più di 165 aziende, esploratori, politici e Ong che si sono impegnati a sostenere il divieto dell'uso e del trasporto di olio combustibile pesante (Hfo) dalla navigazione artica. Ne dà notizia un comunicato in cui si spiega che si tratta di un combustibile fossile viscoso e inquinante usato nell'80% come carburante marino in tutto il mondo.
Nella nota si ricorda che, lanciato a Troms› nel 2017 dalla Clean Artic Alliance (una coalizione di 21 organizzazioni senza scopo di lucro e dall'operatore di navi da crociera Hurtigruten), l'Arctic Commitment chiede all'organo di governo mondiale della navigazione, cioè l'Organizzazione marittima internazionale (Imo), di eliminare l'uso e il trasporto di Hfo dalla navigazione artica.
"Un divieto efficace - spiega la nota - proteggerebbe le comunità artiche e gli ecosistemi, già sotto pressione dal cambiamento climatico, dai rischi di una fuoriuscita di Hfo" che inquina anche per il carbonio emesso dalla combustione.
"Con la riduzione del ghiaccio marino a causa della crisi climatica e le navi che fanno sempre più uso dell'Oceano Artico per il trasporto di merci, le nazioni artiche dovrebbero vietare l'uso e il trasporto di Hfo nelle proprie acque dimostrando più ambizione del divieto recentemente approvato dall'Imo" afferma Sian Prior, a capo dell'Alleanza.
"Le regioni polari sono le prime a testimoniare il riscaldamento globale e a risentire dell'impatto delle attività umane, soprattutto al Polo Nord - afferma Olivier Wenden, Vice presidente e Ceo della Fondazione Principe Alberto II di Monaco - Dalla creazione della Fondazione nel 2006, sono una delle nostre massime priorità" aggiunge ricordando di "essere stati in grado di supportare più di 90 diversi progetti in quasi 15 anni in queste regioni, le cui problematiche sono sia locali che globali". (ANSA).