"Nessuna realizzazione di nuovi invasi. Usare le risorse del Next Generation EU per mettere in campo interventi mirati facendo leva su prevenzione e resilienza e dando il via a un pacchetto di riforme che abbiano come filo conduttore la mitigazione del rischio e l'adattamento climatico". Questo il messaggio che lancia Legambiente nel corso dell'evento on-line 'Piano di ripresa e resilienza e adattamento climatico nelle Alpi', per delineare la road map da seguire nelle aree montane per contrastare i cambiamenti climatici. Viene proposto un pacchetto di otto riforme "non più rimandabili", come "l'approvazione del Piano di adattamento climatico nazionale di cui l'Italia è ancora sprovvista".
"Le Alpi insieme al bacino del Po - viene spiegato - sono tra le zone italiane maggiormente esposte agli effetti della crisi climatica. Negli ultimi 150 anni si è assistito alla riduzione areale dei ghiacciai del 60% nelle Alpi. Preoccupa poi anche la riduzione della disponibilità delle risorse idriche e l'intensificarsi dei fenomeni di dissesto, degli eventi estremi, e a un aumento del degrado del suolo". Secondo l'associazione "bisogna intervenire al più presto. In particolare occorre dare concretezza ad azioni e politiche mirate facendo leva su prevenzione e resilienza, occorre sfruttare al meglio la grande opportunità del Next Generation EU finanziando interventi coraggiosi ed efficaci ed evitando quelli datati e non aggiornati". Il Piano che Legambiente traccia prevede "l'approvazione di un pacchetto di otto riforme non più rimandabili, a partire dall'approvazione del Piano di adattamento climatico nazionale di cui l'Italia è ancora sprovvista e di una norma nazionale che tenga insieme la mitigazione del rischio e l'adattamento climatico". Tra le altre riforme necessarie, "dare applicazione" alla norma del decreto Sblocca Italia che prevede "la destinazione di almeno il 20% delle risorse al rischio idroÐgeologico"; e ancora "rafforzare il ruolo delle Autorità di diÐstretto e l'assistenza tecnica ai Comuni, migliorare e uniformare le leggi regionali sulla difesa del suolo, recepire con norme più cogenti le direttive europee in materia di acque e di alluvioni, rivedere il sistema di tariffazione degli usi dell'acqua, rivedere la normativa sulle grandi conÐcessioni" per "ridiscutere le condizioni di utilizzo dell'acqua con maggiori benefici per l'ambiente e i territori".