In Europa il 65% dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), pari a 6,2 milioni di tonnellate, è stato sottratto al mercato ufficiale di raccolta e riciclo; di questi, 400mila di tonnellate sono state spedite nel mercato estero senza adeguati documenti mentre una quantità dieci volte di più, cioè 4,7 milioni di tonnellate sono state gestite in modo non corretto, gettate in discarica o commercializzate in Europa in modo illegale. L'Italia non è tra i Paesi virtuosi, piazzandosi invece agli ultimi posti con solo il 20% di riciclo corretto.
Lo afferma uno studio sul mercato dell'usato e dei rifiuti elettrici ed elettronici durato circa due anni e appena pubblicato, condotto tra gli altri da Interpol, United Nations University (UNU), United Nations Interregional Crime and Justice Research e Compliance & Risks, e finanziato dall'Unione europea.
Secondo la ricerca, nel 2012 aziende e cittadini residenti nei 28 Paesi dell'Unione europea più Norvegia e Svizzera hanno smaltito nel modo corretto solo 3,3 milioni (35%) dei 9,5 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici (in alcuni casi ancora funzionanti) che hanno prodotto. Il resto è stato esportato o riciclato in modo non corretto oppure è semplicemente finito nella spazzatura.
Tra i paesi più virtuosi ci sono Svezia e Norvegia, dove i Raee riciclati sono l'85%; chiudono la classifica Romania, Cipro e Spagna, fermi sotto al 20%. L'Italia è poco sopra al 20%.
I rifiuti gestiti in modo non corretto o commercializzati illegalmente all'interno della stessa Europa sono stati 4,7 milioni, una quantità dieci volte maggiore rispetto alle 400.000 tonnellate di Raee esportati in modo irregolare oltre i confini del Vecchio continente.