Due nuove giornate di sciopero nazionale, lunedì 11 e martedì 12 luglio, dei lavoratori dell'igiene ambientale per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Dopo "la grande adesione agli scioperi del 30 maggio e del 15 giugno, e alle manifestazioni territoriali", Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel mettono in calendario due nuove giornate di protesta. Al centro della protesta, il rinnovo di un contratto scaduto da due anni e mezzo, e che interessa circa 100 mila lavoratori, fondato su due elementi: il rispetto dei diritti e delle tutele degli addetti del settore e il miglioramento dei servizi resi ai cittadini.
"Nelle scorse settimane - fanno sapere i sindacati - abbiamo riscontrato il grande supporto dell'Anci e delle amministrazioni locali a favore di una vertenza che si sta caratterizzando come una sfida a vantaggio dei cittadini, senza impoverire i lavoratori, sia nella salute e sicurezza che nelle tutele occupazionali e nella giusta retribuzione". Ai sindaci, proseguono Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel, “abbiamo illustrato i temi della piattaforma sindacale che, tramite un rinnovo contrattuale di natura industriale, riuscirà a garantire regole e tutele ai lavoratori e potrà assicurare ai cittadini il miglioramento della qualità del servizio, anche diminuendo le tariffe".
Le controparti (Fise/Assoambiente per il settore privato e Utilitalia per quello pubblico) "si stanno mostrando 'sempre più sorde' al grido di protesta delle lavoratrici e dei lavoratori dell'igiene ambientale. Il silenzio delle controparti - affermano i sindacati - è conferma di come alle imprese non piace rendere conto ai sindaci, non piace il contratto collettivo nazionale e il sistema delle tutele e dei diritti. Il tutto a favore di un profitto sempre maggiore e senza impegno: appaltando tutto alla cooperazione sociale e applicando contratti nazionali molto meno onerosi, a scapito dei lavoratori".
La mobilitazione generale va avanti ad oltranza. "Il nostro obiettivo - dichiarano le sigle sindacali - è migliorare i turni e i pesantissimi carichi di lavoro, migliorare le regole sugli appalti e sui passaggi di gestione, ampliare le garanzie sulla salute e sulla sicurezza, evitare il potere discrezionale sui licenziamenti facili e garantire il giusto salario". "Come abbiamo già detto più volte - concludono Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel - i lavoratori e le lavoratrici del settore sono degli indomabili riformisti e alla fine avranno ragione sulla parte più conservatrice rappresentata dalle imprese, sostenitrici di un sistema socialmente ed economicamente non più sostenibile".