(di Alessandra Moneti)
Convincere l'industria che allungare la vita dei prodotti conviene a tutti e coltivare, creando anche spazi ad hoc, le arti del riciclo e delle riparazioni. E' questa la 'ricetta' che Rossano Ercolini, ecologista Doc, esperto di economia circolare, e vincitore del Premio "Goldman Environmental Prize 2013", una sorta di Nobel per l'ambiente, ha presentato a un incontro Coop sul tema "Meno spreco e più solidarietà". Ercolini propone di creare dei "villaggi della riparazione e del riuso" coinvolgendo i piccoli imprenditori che sanno aggiustare o trasformare accessori tecnologici e materiali di scarto - solo a Roma sono almeno 5mila -, per creare un'economia sostenibile. L'ambientalista, che nella vita di tutti i giorni fa il maestro in una scuola elementare di Capannori (Lucca), spiega che il progetto "Rifiuti zero" di cui è promotore, "prefigura un passaggio dall'età dei rifiuti all'età delle risorse". Secondo il Rapporto Coop 2016 le famiglie italiane, perché in primis acquistano troppo (49%), non sanno conservare (38%), cucinano troppo (12%), non resistono alle tante offerte (10%), i cibi venduti sono già scaduti (8%), il cibo si deteriora perché non si fa la spesa spesso (7%).
La recente legge anti-spreco, con prima firmataria la deputata Maria Chiara Gadda (Pd), "ha messo in luce - ha detto il presidente dell'Associazione nazionale Cooperative Consumatori Stefano Bassi - che il tema delle eccedenze esiste: lungo la filiera agroalimentare si produce più del necessario e anche il consumatore compra più di quanto necessiti". Il progetto "Rifiuti zero" è declinato in "dieci passi" che spaziano dall'efficiente raccolta dei rifiuti col sistema del porta a porta, al compostaggio e riciclo dei metalli preziosi. "In Italia - ha denunciato - abbiamo solo tre piattaforme che estraggono metalli rari e preziosi da computer e attrezzature tecnologiche considerate obsolete. Se ne avessimo 50 si creerebbero posti di lavoro e una economia che guarda al futuro del pianeta".
"Dobbiamo riorientare i produttori - è l'appello di Ercolini - basta con l'idea che una micronovità e accessori di inesplorata utilità rendano obsoleto un iPhone acquistato appena sei mesi prima. Se si allunga la vita ai prodotti, c'è lavoro per tutti. E se ci sarà ancora qualche sporcaccione che riempie i cassonetti - propone l'ecologista toscano - questi devono pagare più tasse. La Tari non può essere una 'Patrimoniale' sotto mentite spoglie. Gli spreconi devono pagare di più rispetto a coloro che si sporcano le mani riciclando". "Ma per sviluppare l'economia circolare - osserva Ercolini - serve un processo produttivo più smart. Vanno valorizzate le vocazioni italiane, la cultura del design e della bellezza da una parte, e quella del risparmio e del saper fare dall'altra. Che si cominci, ad esempio, a risolvere il problema della capsule del caffè; la Coop si è già attivata e anche qualche torrefazione italiana lo sta facendo, ma l'idea è quella di coinvolgere nel processo di responsabilizzazione cittadini e produttori di beni. Altrimenti nei nostri mari, entro il 2050, ci sarà più plastica che plancton", conclude.